ALLEGATO A

Area normativa Ra Centro Storico (vedi art. 26/4)

Ulteriori prescrizioni per gli Ambiti ed i Subambiti individuati sulla Tavola P4

 

Ambito 1

Caratteristiche dell’ambito

L’ambito 1 è compreso tra Via Roma, Via Bistolfi e Via Della Chiesa e comprende 21 subambiti.

Si tratta del nucleo compreso tra la viabilità storica della strada reale da Nizza a Moncalieri (Via Bistolfi) e le strade di collegamento (l’attuale Via Roma/Via della Chiesa) del complesso storico-architettonico del Castello Galli della Loggia e dell’emergenza monumentale di San Giacomo Apostolo.

L’ambito è attraversato da Est ad Ovest da tre collegamenti trasversali tra il Castello Galli e la strada reale (l’attuale Via Bistolfi):

- Via Vittorio Veneto che si innesta su uno dei portali di accesso al parco del Castello Galli;

- il Vicolo Don Soldato, oggi a fondo cieco, ma che potrebbe essere completato in corrispondenza dell’area libera collocata a nord dell’esistente complesso scolastico della Scuola Media L. Da Vinci;

- un terzo passaggio costituito dall’esistente vicolo di collegamento (nel subambito 1.20) in prossimità di un altro accesso da sud al parco del Castello Galli.

L’ambito presenta quale precipuo valore documentario la trama viaria della vecchia La Loggia, mentre, dal punto di vista meramente edilizio, profondi sono stati gli interventi che hanno definitivamente mutato il carattere originario: solo qualche isolato edificio ha mantenuto allineamenti e presenta qualche modesto carattere architettonico di facciata,

L’ambito presenta caratteristiche edilizie, architettoniche ed ambientali nettamente differenziate:

·         un ampio inserto di edilizia degli ultimi 70 anni sia a nord intorno a Via Roma e Via Vittorio Veneto con presenza di vaste aree per servizi pubblici sia a sud con condominii incuneatisi tra Via Bistolfi e Via della Chiesa di altezza tale da contrapporsi al resto del contesto;

·         negli altri subambiti il carattere edilizio si presenta disomogeneo con prevalenza di edilizia di tipo originariamente rurale disposta a pettine o a cortina e con presenza di incongrui ed inestetici rifacimenti, soprattutto di facciata, senza alcun coordinamento tra di loro;

·         si segnalano episodi di abbandono per due edifici di recente edificazione (subambiti 1.10 e 1.18) che ingenerano degrado igienico-edilizio.

L’ambito 1, nonostante la rilevanza dimensionale, è caratterizzato dalla presenza di poche attività commerciali, pubblici esercizi ed uffici, concentrati quasi esclusivamente intorno agli incroci Via Vittorio Veneto/Via Bistolfi e Via Roma/Via Bistolfi.

Caratteristiche degli edifici

La continuità dell’aspetto originario della Via Bistolfi, sul fronte che ricade nell’ambito 1, è stata quasi totalmente compromessa.

È rimasta sostanzialmente la dimensione della sezione stradale e pochi ed isolati sono gli edifici in cui è ancora possibile riconoscere i caratteri originari.  

L’edificazione più recente di questo subambito ha sostanzialmente mantenuto, tra Via Vittorio Veneto e Via Bistolfi, le linee dei fronti originari, mentre tra Via Roma e Via Vittorio Veneto, intorno alle due edificazioni originarie poste all’angolo di Via della Chiesa, sono sorti piccoli condominii e ville plurifamiliari di ordinario e modesto valore architettonico.

Tra Via Bistolfi e Via della Chiesa, al culmine meridionale dell’ambito, la collocazione di condominii di rilevante altezza (fino a 6 piani fuori terra) ha totalmente dequalificato l’accesso all’allea della Villa Carpeneto, oggi segnalato dal portale in precarie condizioni di conservazione.

 

Interventi ammessi nell’ambito: finalità e prescrizioni

Gli interventi devono essere finalizzati:

a) alla riqualificazione edilizia mediante interventi fino alla sostituzione edilizia del patrimonio edilizio esistente anche attraverso incrementi volumetrici che favoriscano il riaccorpamento delle volumetrie esistenti, la liberazione di corti interne, l’adeguamento energetico dei manufatti

b) al mantenimento o alla ricostituzione delle cortine edilizie sia lungo Via Bistolfi sia lungo Via della Chiesa

c) alla valorizzazione della trama viaria perimetrale ed al potenziamento, soprattutto pedonale e ciclabile, dei collegamenti trasversali tra Via Bistolfi e Via della Chiesa, accentuando i cannocchiali prospettici dalla Via Bistolfi verso gli accessi del parco del Castello Galli.

 

Subambito 1.1

Il subambito è costituito dalla Piazza Paolo VI ed è destinato esclusivamente a servizi pubblici S4 parcheggio, antistante la Chiesa di San Giacomo Apostolo e il Castello Galli.

In caso di rifacimento del manto della piazza/parcheggio, si deve prevedere, almeno per gli stalli auto, una superficie semipermeabile ed incrementare la messa a dimora di alberi di specie autoctone lungo il perimetro.

Trattasi di area a servizi pubblici prossima a beni tutelati in forza o ai sensi del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. (Castello Galli e Chiesa di San Giacomo) e, come tale, bene culturale ai sensi dell’art. 10 comma 4 lett. g) del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. (salvo che non sia intervenuta la verifica dell’interesse culturale di cui all’art. 12 del Codice).

Al fine della tutela del Castello Galli e della Chiesa di San Giacomo Apostolo, la quinta alberata dovrà avere anche la finalità di mascherare l’area parcheggio.

 

Subambito 1.2

Il subambito è costituito dal complesso della Chiesa di San Giacomo Apostolo e delle annesse strutture oratoriali con accessi da Via Roma e da Via della Chiesa; il subambito è destinato esclusivamente a servizi di interesse comune S2.

La chiesa di San Giacomo Apostolo, in stile barocco, è vincolata quale bene culturale architettonico ex art. 10 del D. Lgs. 42/2004.

Per la chiesa e per i soli edifici ad essa annessi, prospettanti sulla Via Roma, è consentito, come massimo tipo di intervento, il restauro e risanamento conservativo (intervento di tipo “c)”).

Per gli altri edifici esistenti sono ammessi interventi sino alla sostituzione edilizia “g)” della superficie totale ST esistente. È ammissibile, inoltre, la nuova costruzione “e)” di superficie totale ST, fino ad un massimo del 20% della ST esistente; detti interventi possono essere eseguiti esclusivamente nei lotti già interessati dalla presenza di edifici, salvaguardando le aree libere destinate a campi gioco.

Altezza massima  H = m. 7,00 e numero massimo di piani NP = n. 2.

Gli interventi di ristrutturazione edilizia “d)”, di sostituzione edilizia “g)” e di nuova costruzione “e)” debbono acquisire il parere della commissione regionale ex art. 91bis della LR 56/77 e s.m.i..

 

Tutti gli interventi devono escludere la manomissione della muratura esterna di cinta del complesso, sulle vie Roma e della Chiesa; è consentita esclusivamente la realizzazione di varchi di limitata dimensione e garbata fattura e finitura, finalizzati alla percezione visiva dall’esterno. Tutti gli interventi di nuova costruzione dovranno altresì mantenere adeguata distanza dal muro di recinzione del complesso della Chiesa di San Giacomo Apostolo.

 

Sono soggetti ad autorizzazione della competente Soprintendenza ai sensi degli artt. 20-21 del d.lgs. 42/2004 e s.m.i., tutti gli interventi da realizzarsi sulla Chiesa di San Giacomo, sulle mura di cinta e sugli edifici pertinenziali al complesso parrocchiale se realizzati da oltre settanta anni.

 

Subambito 1.3

Gli interventi che interessano le facciate e quelli di ristrutturazione edilizia “d)”, di nuova costruzione “e)” e di sostituzione edilizia “g)” sono vincolati alla realizzazione di miglioramenti estetici delle facciate cieche, se esistenti, anche con murales o trompe l’oeil o verde verticale.

 

Subambito 1.4

Il subambito è costituito dalla Piazza Cavour ed è destinato esclusivamente a servizi pubblici di interesse comune “S2” e parcheggi “S4”.

In caso di rifacimento del manto, si deve prevedere, almeno per gli stalli auto, una superficie semipermeabile.

In caso di pedonalizzazione, anche parziale, di Via Vittorio Veneto, si deve predisporre una superficie omogenea con quella della piazza.

 

Subambito 1.5

Per gli interventi con PdR occorre limitare, per tutti gli edifici, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

Tutti gli interventi, sia quelli con titolo abilitativo diretto sia quelli con PdR, devono escludere la manomissione della muratura esterna di cinta su Via della Chiesa e prevedere il ripristino della superficie muraria originaria.

 

Subambito 1.6

Per gli interventi con PdR occorre limitare, per tutti gli edifici, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 1.7

Gli interventi di sostituzione edilizia “g)” e di nuova costruzione “e)” dovranno prevedere la realizzazione di una manica edificata a cortina in fregio alla Via della Chiesa e sul filo della recinzione del subambito 1.11 ed un risvolto, sempre a cortina, lungo la Via Vittorio Veneto.

Per gli interventi con PdR occorre limitare, per tutti gli edifici, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 1.8

Gli interventi di sostituzione edilizia “g)” e di nuova costruzione “e)” dovranno prevedere la realizzazione di un affaccio a manica edificata a cortina in fregio alla Via Vittorio Veneto.

Per gli interventi con PdR occorre limitare, per tutti gli edifici, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 1.9

Date la dimensione e le caratteristiche del subambito, gli interventi ammissibili con piano di recupero possono essere realizzati anche mediante più piani di recupero, sino ad un massimo di 3 (tre) PdR.

Gli interventi che interessano le facciate e quelli di ristrutturazione edilizia “d)”, di nuova costruzione “e)” e di sostituzione edilizia “g)” sono vincolati alla realizzazione di miglioramenti estetici delle facciate cieche, se esistenti, anche con murales o trompe l’oeil o verde verticale.

 

Subambito 1.10

Il subambito è destinato esclusivamente a servizi pubblici S3 e S4 per l’ottenimento di un’area libera da edifici.

All’acquisizione del fabbricato e dell’area esterna di pertinenza da parte del Comune, dovrà seguire intervento di tipo “h) demolizione” con realizzazione di una piazzetta per la sosta di persone, cicli e veicoli.

 

Subambito 1.11

Nel subambito è presente un edificio di interesse storico e/o documentario con presenza di caratteri architettonici originari (si veda Tavola P4): per tale edificio sono ammessi esclusivamente interventi di tipo “a)”, “b)”, “c)” salvaguardando e valorizzando i caratteri architettonici originari.

Per quanto riguarda le eventuali nuove costruzioni: altezza massima  H = m. 7,00 e numero massimo di piani NP = n. 2.

 

Subambito 1.12

Con il PdR si deve prevedere la realizzazione di prolungamento di Vicolo Don Soldato fino all’area esterna della Scuola Media per dare un ulteriore accesso alla scuola, riservato ai pedoni ed alle biciclette.

Per gli interventi con PdR occorre limitare, per tutti gli edifici, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 1.13

Con il PdR si dovrà prevedere la realizzazione, previa demolizione dei fabbricati esistenti, di una manica edificata in arretramento rispetto a Via Bistolfi in continuità con il filo del confinante edificio del subambito 1.9 ed a filo di Vicolo Don Soldato, in modo da realizzare uno spazio libero in fregio alla Via Bistolfi per il cammino pedonale e la sosta auto, cicli e motocicli.

Per gli interventi con PdR occorre limitare, per tutti gli edifici, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 1.14

Il subambito è destinato esclusivamente a servizi per l’istruzione S1.

 

Subambito 1.15

Per gli interventi con PdR occorre:

-            mantenere il filo facciate esistente lungo la Via Bistolfi

-            limitare, per gli edifici su Via Bistolfi e su vicolo Don Soldato, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

-            al fine di migliorare la viabilità all’incrocio Via Po/Via Don Soldato/Via Bistolfi, demolire e ricostruire la volumetria non in situ, del piccolo fabbricato posto all’angolo tra Vicolo Don Soldato e Via Bistolfi.

 

Subambito 1.16

Nel subambito è presente un edificio di interesse storico e/o documentario con presenza di caratteri architettonici originari (si veda Tavola P4): per tale edificio sono ammessi esclusivamente interventi di tipo “a)”, “b)”, “c)”, “d)” salvaguardando e valorizzando i caratteri architettonici originari.

Per gli interventi con PdR occorre:

-            mantenere il filo facciate esistente lungo la Via Bistolfi

-            limitare, per gli edifici su Via Bistolfi, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 1.17

Numero massimo dei piani NP è 2 (due) con altezza massima m. 7,00.

 

Subambito 1.18

Il subambito è destinato esclusivamente a servizi pubblici S1 per ampliare la dimensione dell’area esterna della scuola media.

All’acquisizione del fabbricato e dell’area esterna di pertinenza, da parte del Comune, dovrà seguire intervento di tipo “h) demolizione”.

 

 

Subambito 1.19

Nel subambito è presente un edificio di interesse storico e/o documentario con presenza di caratteri architettonici originari (si veda Tavola P4): per tale edificio sono ammessi esclusivamente interventi di tipo “a)”, “b)”, “c)”, “d)” salvaguardando e valorizzando i caratteri architettonici originari.

Per gli interventi con PdR occorre:

-            mantenere il filo facciate esistente lungo la Via Bistolfi

-            limitare, per gli edifici su Via Bistolfi, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 1.20

Per gli interventi con PdR occorre:

-            mantenere il filo facciate esistente lungo la Via Bistolfi

-            limitare, per gli edifici su Via Bistolfi, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

-            ottenere un percorso di uso pubblico nelle ore diurne, pedonale e ciclabile di collegamento tra Via della Chiesa e Via Bistolfi, concordando con il Comune gli orari di apertura.

 

Subambito 1.21

Sono esclusi ampliamenti della SL esistente, di cui alle precedenti lettere b) e c) dell’articolo 26/4.

 

Ambito 2

Caratteristiche dell’ambito

L’ambito 2 è collocato ad Est di Via Bistolfi, tra Via Vacchetta, in corrispondenza della attuale scuola materna, che è anche un’emergenza storico-architettonica, e Via Morardo e comprende 19 subambiti.

Si tratta dell’ambito collocato lungo l’asse storico della strada reale da Nizza a Moncalieri (l’attuale Via Bistolfi), ad oriente dello stesso.

Ad eccezione dei due inserti di epoca recente (subambito 2.6 costituito dal palazzo comunale e subambito 2.17), è ancora riconoscibile la cortina originaria, impostata su un’edilizia prevalentemente rurale di modesta qualità, perlopiù a due piani fuori terra. Le facciate, però, si presentano profondamente ed incongruamente rimaneggiate.

All’interno dei subambiti è riconoscibile la struttura edilizia di vecchio impianto agricolo, disposta prevalentemente a pettine rispetto all’asse viario e perpendicolare alle cortine su via, con un alternarsi di pieni e vuoti, costituiti, questi ultimi, da tettoie aperte con tetti alla piemontese, pilastri in muratura e coperture prevalentemente in coppi anche, tuttavia, con innesti in c.a. , coperture in tegole marsigliesi o di altra foggia: plastica, lamiera, ecc..

L’ambito è intersecato, da Nord a Sud, dalla Via Belli, dalla Via Po e dalla Via Morardo.

Sono presenti attività commerciali, pubblici esercizi ed uffici, tra cui il Municipio, quasi esclusivamente in corrispondenza degli affacci su Piazza Cavour.

 

Caratteristiche degli edifici

La continuità della cortina di Via Bistolfi, sul fronte che ricade nell’ambito 2 non è stata sostanzialmente compromessa, ad eccezione del subambito 2.6 (dove è ubicato il Municipio) e dell’ambito 2.17: viceversa risultano profondamente manomessi i prospetti degli edifici.

È rimasta la dimensione della sezione stradale che oggi si presenta inadeguata a sostenere il traffico veicolare bidirezionale.

Gli interventi anche recenti di riqualificazione edilizia hanno comportato un esito di ordinario e modesto valore architettonico, anche con utilizzo di apparati decorativi incongrui.

Tra Via Bistolfi e Via Morardo, quasi al culmine meridionale dell’ambito 2, vi è la presenza di condominii di recente edificazione.

 

Interventi ammessi nell’ambito: finalità e prescrizioni

Gli interventi che devono salvaguardare la tessitura urbanistica della Via Bistolfi e delle corti che su di essa prospettano (con corti chiuse o corti aperte ed edificati a pettine e con varietà di fili di gronda e di colmo) devono essere finalizzati:

a) alla riqualificazione edilizia mediante interventi fino alla sostituzione edilizia del patrimonio edilizio esistente anche attraverso incrementi volumetrici coordinati lungo la Via Bistolfi che favoriscano la ricostituzione di una gradevole cortina edilizia, il riaccorpamento delle volumetrie esistenti, la liberazione di corti interne, l’adeguamento energetico dei manufatti

b) alla valorizzazione della trama viaria ed al potenziamento dei cannocchiali prospettici dalla Via Bistolfi verso gli affacci sull’ambito 1.

 

Subambito 2.1

Il subambito è costituito dalla presenza della Scuola Materna Bovetti ed è oggetto di specifico vincolo ex art. 10-12 del D. Lgs. 42/2004 di cui al Decreto DCR 69/2019 del Ministero per i beni e le attività culturali.

Il subambito è destinato esclusivamente a servizi pubblici per l’istruzione S1.

Per la scuola e per tutti gli edifici ad essa annessi e, comunque, presenti nel subambito 2.1 è consentito, come massimo tipo di intervento, il restauro e risanamento conservativo (intervento di tipo “c)”).

Le richieste di intervento eccedente la manutenzione straordinaria devono essere corredate da adeguata documentazione circa gli aspetti storici dei beni, delle loro caratteristiche fisiche e dello stato di conservazione; in particolare è richiesto:

-            il rilievo in scala 1:50 delle parti interessate dall’intervento (prospetti, piante, sezioni, comprensivi di sottotetti e coperture) con l’indicazione dei materiali originali;

-            il rilievo in scala 1:100 delle pavimentazioni delle aree esterne;

-            la ricerca documentaria a supporto delle scelte progettuali proposte;

-            l’idonea documentazione fotografica.

 

Subambito 2.2

Per gli interventi con PdR occorre:

-            mantenere il filo facciate esistente lungo la Via Bistolfi

-            limitare, per gli edifici su Via Bistolfi, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 2.3

Per gli interventi con PdR occorre:

-            mantenere il filo facciate esistente lungo la Via Bistolfi

-            limitare, per gli edifici su Via Bistolfi, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 2.4

Nel subambito è presente un edificio di interesse storico e/o documentario con presenza di caratteri architettonici originari (si veda Tavola P4): per tale edificio sono ammessi esclusivamente interventi di tipo “a)”, “b)”, “c)”, “d)” salvaguardando e valorizzando i caratteri architettonici originari.

Per gli interventi con PdR occorre:

-            mantenere il filo facciate esistente lungo la Via Bistolfi

-            limitare, per gli edifici su Via Bistolfi, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 2.5

Per gli interventi con PdR occorre:

-            mantenere il filo facciate esistente lungo la Via Bistolfi

-            limitare, per gli edifici su Via Bistolfi, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 2.6

Il subambito è destinato esclusivamente a servizi pubblici S2 di interesse comune (Municipio).

 

Subambito 2.7

Per gli interventi con PdR occorre:

-            mantenere il filo facciate esistente lungo la Via Bistolfi

-            limitare, per gli edifici su Via Bistolfi, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 2.8

Per gli interventi con PdR occorre:

-            mantenere il filo facciate esistente lungo la Via Bistolfi

-            limitare, per gli edifici su Via Bistolfi, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 2.9

Per gli interventi con PdR occorre:

-            mantenere il filo facciate esistente lungo la Via Bistolfi

-            limitare, per gli edifici su Via Bistolfi, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 2.10

Per gli interventi con PdR occorre:

- estendere il PdR all’intero subambito 2.12

- demolire i fabbricati collocati nel subambito 2.12; If e SL del subambito 2.12 saranno trasferite nel subambito 2.10

- destinare il subambito 2.12 a parcheggio pubblico S4.

 

Subambito 2.11

Nessuna ulteriore prescrizione.

 

Subambito 2.12

Per gli interventi con PdR occorre:

- estendere il PdR all’intero subambito 2.10

- demolire i fabbricati collocati nel subambito 2.12; If e SL del subambito 2.12 saranno trasferite nel subambito 2.10

- destinare il subambito 2.12 a parcheggio pubblico S4.

 

Subambito 2.13

Per gli interventi con PdR occorre:

-            mantenere il filo facciate esistente lungo la Via Bistolfi

-            limitare, per gli edifici su Via Bistolfi, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 2.14

Per gli interventi con PdR occorre:

-            mantenere il filo facciate esistente lungo la Via Bistolfi

-            limitare, per gli edifici su Via Bistolfi, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 2.15

Per gli interventi con PdR occorre:

-            mantenere il filo facciate esistente lungo la Via Bistolfi

-            limitare, per gli edifici su Via Bistolfi, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 2.16

Per gli interventi con PdR occorre:

-            mantenere il filo facciate esistente lungo la Via Bistolfi

-            limitare, per gli edifici su Via Bistolfi, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 2.17

Per tutti gli edifici, sono esclusi ampliamenti della SL esistente, di cui alle precedenti lettere b) e c) dell’articolo 26/4.

Per il solo edificio in fregio a Via Bistolfi è ammesso rialzare la quota di colmo e la quota di gronda del tetto di 1,00 metri onde ottenere un sottotetto abitabile: tale intervento è subordinato:

- al miglioramento estetico della facciata su Via Bistolfi onde renderla congruente con il contesto secondo quanto prescritto alla precedente lettera a) dell’articolo 26/4

- al miglioramento estetico della facciata cieca percepibile da Via Bistolfi, provenendo da Nord, con murales o trompe l’oeil o verde verticale.

 

Subambito 2.18

Nel subambito sono presenti edifici di interesse storico e/o documentario con presenza di caratteri architettonici originari (si veda Tavola P4): per tali edifici sono ammessi esclusivamente interventi di tipo “a)”, “b)”, “c)”, “d)” salvaguardando e valorizzando i caratteri architettonici originari.

Per gli interventi con PdR occorre:

-            mantenere il filo facciate esistente lungo la Via Bistolfi

-            limitare, per gli edifici su Via Bistolfi, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Subambito 2.19

Nel subambito è presente un edificio di interesse storico e/o documentario con presenza di caratteri architettonici originari (si veda Tavola P4): per tale edificio sono ammessi esclusivamente interventi di tipo “a)”, “b)”, “c)”, “d)” salvaguardando e valorizzando i caratteri architettonici originari.

Per gli interventi con PdR occorre limitare, per tutti gli edifici, il numero massimo dei piani NP = 3 (tre) con altezza massima m. 10,50.

 

Ambito 3

Caratteristiche dell’ambito

L’ambito 3 è collocato ad Ovest di Via della Chiesa ed è costituito dal complesso del Castello Galli della Loggia e delle sue pertinenze urbanistiche; comprende 3 subambiti.

Viene considerato l'edificio più antico di La Loggia.

Ha in comune con Villa Carpeneto il valore identitario per la comunità loggese, ma si distingue per una sua maggiore accessibilità, essendosi mantenuta integra la viabilità di accesso.

Dalle fonti storiche locali “… in periodo feudale era una fortezza per difendere il territorio (….), con il passare del tempo si è trasformato, grazie alla famiglia Galli, nel luogo attorno a cui è nato il primo embrione di una partecipazione attiva della popolazione loggese alla gestione della propria comunità”.

La parte nord del castello “…. ha conservato il carattere medioevale, mentre la facciata sud è stata rifatta nei primi anni del 1700, si presenta come uno dei simboli forti attorno ai quali la comunità si riconosce: il Gonfalone del Comune di La Loggia rappresenta infatti un gallo, a conferma della profonda impronta che i Galli hanno lasciato nella storia del paese.” (AAVV “Tra le anse del grande fiume – Voci e luoghi di La Loggia” Il Segnalibro Editore, 1998  pag. 146 e segg.)

Il Parco del Castello Galli, fa parte dell’Associazione Parchi e Giardini d’Italia quale esempio di storico parco all’inglese.

L’ambito ha mantenuto la sua unitarietà ed unicità rispetto al contesto del vecchio nucleo rurale, posto ad est del castello ed articolato in cortine edilizie e fabbricati disposti a pettine lungo la strada reale (Via Bistolfi) di La Loggia.

 

Caratteristiche degli edifici

Il complesso del Castello Galli con il suo parco e la pregevole cinta muraria munita di accessi in corrispondenza di Via Roma, Via Vittorio Veneto e Via Don Sturzo (subambito 3.1) e le sue pertinenze (subambito 3.2 su Via della Chiesa e subambito 3.3 su Vicolo Galli), sono sostanzialmente integri;

È rimasta la viabilità originaria di Via della Chiesa e di Via Roma, quest’ultima strada di collegamento tra la Villa/Castello e la strada maestra (l’attuale Via Bistolfi) .

Gli interventi anche recenti di riqualificazione edilizia hanno comportato, sulle architetture minori del complesso, un buon livello di conservazione; dequalificato appare l’accesso al parco in corrispondenza del portone che si affaccia su Via Vittorio Veneto e del portale di pregevole fattura posto all’incrocio tra Via Don Sturzo e Via della Chiesa, anch’esso in precarie condizioni di conservazione.

Interventi ammessi nell’ambito: finalità e prescrizioni

In tutto l’ambito 3 e nei relativi subambiti non sono consentiti interventi di tipo nuova costruzione e) , ristrutturazione urbanistica f) e sostituzione edilizia g).

Sono ammessi esclusivamente interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente che devono essere finalizzati:

a) per il subambito 3.1 alla conservazione e valorizzazione del complesso costituito dal Castello Galli della Loggia, dal suo parco con la recinzione storica ed i tre portali di accesso, dai suoi annessi pertinenziali, in particolare dalla manica turrita prospettante l’asse della Via Roma

b) per il subambito 3.2 riqualificazione edilizia mediante interventi fino alla ristrutturazione edilizia del patrimonio edilizio esistente anche attraverso incrementi volumetrici recuperando le tettoie esistenti

c) per il subambito 3.3 alla conservazione e valorizzazione dei manufatti presenti oggetto di discreti interventi manutentivi

d) alla valorizzazione della trama viaria (Via della Chiesa e Vicolo Galli) ed al potenziamento dei cannocchiali prospettici sia verso il Castello sia dal Castello verso gli affacci sull’ambito 1.

 

Subambito 3.1

Il subambito è costituito dal Castello Galli, dal suo parco (con il muraglione ed i portoni storici) e dalla manica turrita, con il portale monumentale d’accesso da Via della Chiesa, provenendo da Via Roma.

È oggetto di vincolo specifico ex art. 10 D. Lgs. 42/2004 del Ministero per i beni e le attività culturali.

Le destinazioni d’uso ammesse (ex art. 9 delle presenti norme) sono esclusivamente: R1, R3, C3, T1, T2, T3, T4, S1, S2, S3, S4.

I tipi d’intervento ammessi (ex art. 8 delle presenti norme) sono esclusivamente:

a), b), c) con modalità di attuazione diretta.

 

Tutti gli interventi devono escludere la manomissione della muratura esterna di cinta del complesso; è consentita esclusivamente la realizzazione di varchi di limitata dimensione e garbata fattura e finitura, finalizzati alla percezione visiva del parco dall’esterno.

 

Subambito 3.2

Nel subambito sono presenti edifici di interesse storico e/o documentario con presenza di caratteri architettonici originari (si veda Tavola P4): per tali edifici sono ammessi esclusivamente interventi di tipo “a)”, “b)”, “c)” salvaguardando e valorizzando i caratteri architettonici originari e anche di tipo d) per i manufatti legittimamente presenti, ma non coerenti con quelli di impianto storico.

Le destinazioni d’uso ammesse (ex art. 9 delle presenti norme) sono esclusivamente: R1, R3, C3, T1, T2, T3, T4, S1, S2, S3, S4.

Nell’ambito 3.2 è consentito il recupero della parte di fabbricato non abitato (parte chiuso e parte a tettoie), mantenendo le sagome volumetriche, le tipologie strutturali d’epoca (murature, pilastrature in mattoni, strutture lignee, tetto alla piemontese ecc.) e le partizioni dei volumi pieni e vuoti, nonché utilizzando materiali congruenti sia per tipo sia per foggia.

 

 

Subambito 3.3

Nel subambito sono presenti edifici di interesse storico e/o documentario con presenza di caratteri architettonici originari (si veda Tavola P4): per tali edifici sono ammessi esclusivamente interventi di tipo “a)”, “b)”, “c)”, salvaguardando e valorizzando i caratteri architettonici originari e anche di tipo d) per i manufatti legittimamente presenti, ma non coerenti con quelli di impianto storico.

Le destinazioni d’uso ammesse (ex art. 9 delle presenti norme) sono esclusivamente: R1, R3, C3, T1, T2, T3, T4, S1, S2, S3, S4.

 

 

Ambito 4

Caratteristiche dell’ambito

L’ambito 4 (suddiviso in 7 subambiti) è collocato ad Ovest di Via della Chiesa e lungo l’Oitana ed è costituito dal complesso della Villa Carpeneto, dell’allea scenografica (il viale alberato) di collegamento tra la Villa e il nucleo storico centrale, delle sue pertinenze di impianto rurale, del parco tra la Villa e l’Oitana, dei terreni messi a coltura circoscritti  a sud e a est da muraglione di cinta, ad ovest dall’Oitana, a nord dalla Via Vinovo.

L’ambito del complesso di Villa Carpeneto ha mantenuto le sue caratteristiche originarie e presenta ancora oggi un altissimo valore scenico, architettonico, storico e paesaggistico: la Villa Carpeneto assurge a elemento connotante il paesaggio tra Vinovo e La Loggia con la sua architettura celebrativa, il suo parco e l’allea.

L’insediamento industriale Mahle Mondial, a sud dell’allea e l’incuneamento dell’insediamento residenziale Rb4 hanno in parte rotto la vista scenografica dell’accesso orientale della Villa.

In corrispondenza dell’accesso da Via della Chiesa – di cui rimangono vestigia del portale di accesso – all’allea la presenza di alti condomini di recente edificazione non consente di cogliere appieno il valore scenografico dell’allea medesima.   

 

Caratteristiche degli edifici

Gli edifici sono collocati nei subambiti 4.1 e 4.2.

Nel subambito 4.1 sono ubicati gli edifici aulici costituiti dalla Villa Carpeneto dalla manica, ad essa collegata, degli appartamenti e della cappella; sono compresi nel subambito il giardino antistante la Villa, il parco con fontana tra la villa e l’Oitana, parco al quale si perveniva, in passato, da un’altra allea in sponda sinistra Oitana in Vinovo.

Dequalificato appare l’accesso alla villa in corrispondenza del portale di pregevole fattura, oggi in precarie condizioni di conservazione.

Purtroppo, lo stato di conservazione, soprattutto degli interni, degli edifici ne determina un equilibrio precario, causa la scarsissima cura applicata, nel tempo recente, ai manufatti di elevatissimo pregio.

La villa è stata oggetto di un’iniziativa del FAI.

Nel subambito 4.2 sono collocate le pertinenze rurali del complesso della villa, costituite da un sistema chiuso di cascine e tettoie aperte.

È rimasta la viabilità originaria costituita dall’allea e dalle strade bianche intorno al complesso, in particolare lungo il muro di cinta ad est.

 

Interventi ammessi nell’ambito: finalità e prescrizioni

L’ambito è posto in parte in Classe IIIa, parte in Classe IIIb e parte in Classe II (si vedano Tavola 7 e Tavola P2/g); le parti poste in Classe IIIa nella Tavola 7 “Carta di sintesi” sono inedificabili anche ai sensi dell’art. 13, 7° c., lett. b) , L.R. 56/77.

In tutto l’ambito 4 e nei relativi subambiti sono ammessi esclusivamente interventi volti alla tutela e recupero del patrimonio edilizio di rilevante valore storico-architettonico esistente ed al mantenimento all’uso agricolo e a parco delle aree libere: non sono, quindi, consentiti interventi di tipo nuova costruzione e) , ristrutturazione urbanistica f) e sostituzione edilizia g).

Gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente devono essere finalizzati in particolare:

a) per il subambito 4.1 alla conservazione e valorizzazione del complesso costituito dalla Villa Carpeneto, dalla recinzione storica ed i portali di accesso, dalla manica ad essa collegata degli appartamenti e della cappella, dal giardino antistante la Villa, il parco con fontana tra la villa e l’Oitana,

b) per il subambito 4.2 alla conservazione e valorizzazione dei manufatti costituiti dai rustici originariamente asserviti alla Villa ed oggi a servizio della contigua ampia area ad uso agricolo

c) alla valorizzazione della trama viaria storica che conduce e lambisce la Villa (allea e strade bianche) ed al potenziamento dei cannocchiali prospettici dalla Via della Chiesa verso il complesso della Villa, verso gli affacci sul parco e verso il paesaggio agrario

d) alla realizzazione di servizi quali parcheggi semipermeabili sia ad est, nei pressi di Via della Chiesa, in testa all’allea sia ad ovest in corrispondenza dell’accesso principale della Villa sulla strada bianca, di antico impianto, per Vinovo.

 

Subambito 4.1

È oggetto di vincolo specifico ex art. 10 D. Lgs. 42/2004 del Ministero per i beni e le attività culturali.

Il subambito è destinato esclusivamente a servizi pubblici di interesse comune S2 ed a verde S3.

 

Per la villa e per tutti gli edifici ad essa annessi è consentito, come massimo tipo di intervento, il restauro e risanamento conservativo (intervento di tipo “c)”).

 

Il subambito è posto parte in Classe IIIb3 e parte (il parco) in Classe IIIa nella Tavola 7 “Carta di sintesi”.

 

In assenza delle opere di riassetto territoriale, definite nel cronoprogramma, per tutti gli edifici facenti parte del subambito, l’attivazione dei servizi pubblici di interesse comune S2 è ammissibile nei livelli degli edifici del complesso di Villa Carpeneto posti al di sopra della “quota della piena di riferimento” del Torrente Oitana, riportata nella Tavola 7 “Carta di sintesi”, in corrispondenza del subambito. I locali esistenti, posti al disotto della “quota della piena di riferimento” e, quindi, potenzialmente allagabili, possono essere utilizzati esclusivamente per servizi (quali: servizi igienici, deposito attrezzi, tabelloni informativi, locali tecnici con l’eccezione di quelli con impianti  elettrici o altre attrezzature la cui funzionalità potrebbe essere pregiudicata dal contatto con l’acqua ecc.) per il parco e per l’accoglienza verso le attività di interesse pubblico collocate ai piani superiori.

 

A seguito della realizzazione delle opere di riassetto territoriale, definite nel cronoprogramma, è ammessa anche ai piani terra l’attivazione dei servizi pubblici di interesse comune S2.

 

 

Subambito 4.2

Il subambito, pur non risultando oggetto di vincolo specifico ex art. 10 D. Lgs. 42/2004 costituisce, con i suoi fabbricati di origine rurale e i contigui terreni a coltura, parte integrante del complesso della Villa Carpeneto.

È richiesto, comunque, in occasione di interventi edilizi, di verificare presso la Soprintendenza la sussistenza di eventuali provvedimenti di tutela anche indiretta.

I fabbricati sono di rilevante interesse storico e/o documentario con presenza di caratteri architettonici originari (si veda Tavola P4): per tali edifici sono ammessi esclusivamente interventi di tipo “a)”, “b)”, “c)” salvaguardando e valorizzando i caratteri architettonici originari; l’intervento di tipo “d)” è consentito esclusivamente per i manufatti legittimamente presenti, ma non coerenti con quelli di impianto storico, in modo tale da riqualificarne l’inserimento nel contesto.

Gli interventi di tipo “b)”, “c)” e di tipo “d)” sono da assoggettare al parere della commissione regionale ex art. 91bis della LR 56/77 e s.m.i.

 

Il subambito è posto, per la parte costituita dai rustici, in Classe IIIb3 e, per la parte libera ad uso agricolo, in Classe IIIa (si vedano Tavola 7 “Carta di sintesi” e Tavola P2/g).

 

Le destinazioni d’uso ammesse (ex art. 9 delle presenti norme) sono: A1, A2, A5.

È esclusa la nuova costruzione anche per le attività agricole.

 

È ammesso il cambio di destinazione d’uso verso C3, T1, T2, T3, S1, S2, S3, S4 nei locali il cui livello del pavimento è posto ad una quota superiore alla “quota della piena di riferimento” del Torrente Oitana, riportata nella Tavola 7 “Carta di sintesi” in corrispondenza del subambito.

Il mutamento di destinazione d’uso verso C3, T1, T2, T3, S1, S2, S3, S4 deve essere convenzionato con il Comune onde definire tipologie di attività che risultino compatibili con il valore storico, architettonico e paesaggistico del complesso “Villa Carpeneto e pertinenze” e concordare quantità ed ubicazione dei servizi pubblici da prevedere in sito.

La quantità di servizi pubblici, indotta dagli interventi di mutamento di destinazione d’uso può essere monetizzata ai sensi dell’art. 21 comma 4bis della L.R. 56/77 e s.m.i., fermo restando che il Comune potrà sempre richiedere una opportuna quota di parcheggi pubblici in relazione all’effettivo impatto della singola destinazione.

 

A seguito della realizzazione delle opere di riassetto territoriale, definite nel cronoprogramma, è ammesso il cambio di destinazione anche verso R1, R2, T4.

 

A seguito della realizzazione delle opere di riassetto territoriale, l’attivazione di destinazioni diverse da quelle agricole è anche ammessa al piano terra, cioè ad una quota inferiore alla “quota della piena di riferimento” del Torrente Oitana, riportata nella Tavola 7 “Carta di sintesi” in corrispondenza del subambito.  

 

In conformità con quanto previsto all’art. 18 comma 7 delle N.d.A. del P.A.I., il titolo abilitativo per il recupero del patrimonio edilizio esistente per destinazione diversa da quella agricola (ivi compreso il solo cambio di destinazione d’uso da agricolo verso gli altri usi consentiti) è subordinato alla presentazione di atto liberatorio sottoscritto da parte dei soggetti attuatori, che escluda ogni responsabilità dell’amministrazione pubblica in ordine ad eventuali futuri danni a cose e a persone.

 

Subambito 4.3

Il subambito 4.3 è posto in Classe IIIa (si vedano Tavola 7 “Carta di sintesi” e Tavola P2/g).

Oltre all’uso agricolo dell’area, sono ammessi interventi di manutenzione straordinaria del muro storico che perimetra l’area, esclusivamente finalizzati alla salvaguardia e ricostituzione, per le parti ammalorate o crollate, del muro medesimo e interventi di difesa idraulica.

 

Subambito 4.4

Il subambito 4.4 è posto in Classe IIIa (si vedano Tavola 7 “Carta di sintesi” e Tavola P2/g).

Il subambito è destinato esclusivamente a parcheggio pubblico di attestamento per la fruizione delle attività del complesso di Villa Carpeneto: area a servizi di tipo S4.

La realizzazione dei parcheggi (per auto, biciclette, motocicli e per bus turistici) deve prevedere: superficie semipermeabile almeno per le aree di sosta, aree di manovra del tipo strade bianche con fondo ecologico ed alberatura di specie autoctona in misura di 1 albero ogni 4 posti auto.

 

Subambito 4.5

Il subambito 4.5 (l’allea) è posto parte in Classe II e parte in Classe IIIa (si vedano Tavola 7 “Carta di sintesi” e Tavola P2/g).

Il subambito 4.5 è destinato esclusivamente a servizi pubblici a verde S3.

È oggetto di vincolo specifico ex art. 10 D. Lgs. 42/2004 del Ministero per i beni e le attività culturali.

Nell’ambito 4.5 è consentito esclusivamente il restauro e risanamento conservativo (intervento di tipo “c)”) del portale di accesso e la realizzazione delle opere necessarie alla manutenzione del verde, prevedendo la ricostituzione dell’esedra “verde” in fronte al portone principale della Villa.

Deve essere mantenuto il sedime ciclopedonale dell’allea nella tipologia “strada bianca”.

 

Subambito 4.6

Il subambito 4.6 è posto in Classe II (si vedano Tavola 7 “Carta di sintesi” e Tavola P2/g).

È inedificabile ex art. 13, comma 7, lett. a), L.R. 56/77.

Il subambito 4.6 è destinato esclusivamente a servizi parcheggio pubblico di attestamento, di tipo S4.

La realizzazione dei parcheggi (per auto, biciclette, motocicli e per bus turistici) deve prevedere superficie semipermeabile almeno per le aree di sosta, aree di manovra del tipo strade bianche con fondo ecologico ed alberatura di specie autoctona in misura di 1 albero ogni 4 posti auto.

È ammessa la realizzazione di fabbricato per insediamento di un esercizio pubblico con funzione anche di punto informazione/presidio dell’accesso a Villa Carpeneto, per un massimo di SL pari a 100 metri quadri ad un piano fuori terra di altezza massima m. 4,00.

È altresì ammessa la ricollocazione del fabbricato di cui al subambito 4.7 con morfologia, materiali e finiture adeguati al contesto riqualificato.

 

Subambito 4.7

Il subambito 4.7 è posto in Classe II (si vedano Tavola 7 “Carta di sintesi” e Tavola P2/g).

Il subambito 4.7 è destinato esclusivamente a viabilità pubblica, da riqualificare per costituire un adeguato accesso all’allea di Villa Carpeneto ed al nucleo storico per le provenienze da Sud.

È prevista la demolizione del fabbricato esistente ed il suo riposizionamento nel subambito 4.6.

 

Ambito 5

Caratteristiche dell’ambito

L’ambito 5 (suddiviso in 8 subambiti) è collocato a Nord di Via Roma ed a Ovest di Via Bistolfi.

Si tratta di un ambito che ha mantenuto l’impianto originario per i subambiti collocati tra Via IV Novembre e Via Roma, mentre è stato totalmente rinnovato per i due subambiti – uno dei quali destinato a servizi – che si affacciano su Via Bistolfi.

Inoltre, i tre subambiti collocati su Via Roma hanno conservato caratteri originari dei manufatti in buone condizioni manutentive; diversamente, i due subambiti 5.6 e 5.7, si presentano in condizioni di conservazione mediocri e necessitano di consistenti interventi di riordino.

Su Via Bistolfi e sui suoi “risvolti” sono collocati negozi, uffici e pubblici esercizi.

Caratteristiche degli edifici

Gli edifici che prospettano su Via Roma hanno mantenuto il filo di fabbricazione dell’impianto rurale e qualche elemento architettonico originario; l’edificio collocato sull’incrocio tra Via Roma e Via Bistolfi risulta di interesse architettonico, unitamente alla sua corte interna, costituente il subambito 5.3.

Su Via Bistolfi è presente un condominio a tre piani fuori terra di recente edificazione in cui sono collocati alcune attività commerciali.

Fabbricati di impianto rurale originario sono ubicati nelle aree di confine tra il Centro Storico ed i nuovi insediamenti residenziali su Via IV Novembre.

Interventi ammessi nell’ambito: finalità e prescrizioni

Gli interventi devono essere finalizzati al rinnovo del patrimonio edilizio di più vecchio impianto nei subambiti 5.6, 5.7, 5.8.

Anche nei subambiti 5.3, 5.4, 5.5 possono essere avviati interventi di rinnovo edilizio, salvaguardando le corti interne ed i fili di facciata originari su Via Roma.

 

Subambito 5.1

Sono esclusi ampliamenti della SL esistente, di cui alle precedenti lettere b) e c) del presente articolo.

 

Subambito 5.2

Nel subambito è presente un edificio di interesse storico e/o documentario con presenza di caratteri architettonici originari (si veda Tavola P4): per tale edificio sono ammessi esclusivamente interventi di tipo “a)”, “b)”, “c)”, “d)” salvaguardando e valorizzando i caratteri architettonici originari.

Il subambito 5.2 è destinato a servizi pubblici di interesse comune S2 ed ospita la biblioteca comunale e locali di scuola per l’infanzia S1.

 

Subambito 5.3

Nel subambito sono presenti edifici di interesse storico e/o documentario con presenza di caratteri architettonici originari (si veda Tavola P4): per tali edifici sono ammessi esclusivamente interventi di tipo “a)”, “b)”, “c)”, “d)” salvaguardando e valorizzando i caratteri architettonici originari.

Non è ammesso l’intervento di sostituzione edilizia degli edifici presenti nel subambito.

Tutti gli interventi devono essere realizzati senza alterare i caratteri architettonici di pregio.

Altezza massima su Via Roma pari a quella dell’edificio di pregio architettonico e numero massimo dei piani NP = n. 2.

Degli altri corpi interni alla corte H = m. 10,50 e numero massimo di piani NP = n. 3.

 

Subambito 5.4

Altezza massima su Via Roma pari a quella dell’edificio esistente e numero massimo dei piani NP = n. 2.

Degli altri corpi interni alla corte H = m. 10,50 e numero massimo di piani NP = n. 3.

 

Subambito 5.5

Altezza massima H = m. 10,50 e numero massimo di piani NP = n. 3.

 

Subambito 5.6

Altezza massima H = m. 10,50 e numero massimo di piani NP = n. 3.

 

Subambito 5.7

Altezza massima H = m. 10,50 e numero massimo di piani NP = n. 3.

 

Subambito 5.8

Altezza massima H = m. 10,50 e numero massimo di piani NP = n. 3.