La localizzazione delle attività che comportano
trasformazioni urbanistiche è regolata dalle presenti norme ai sensi dell'art.
1 L. 10/77 e dell'art. 48 L.R. 56/77.
Le attività (vedi classific.
artt. da 19 a 24), si insediano sul territorio in funzione del grado di
compatibilità e coerenza ad esse attribuito nelle singole categorie omogenee
delle parti del territorio (vedi classific. artt. da
11 a 18) dalle specifiche prescrizioni operative, contenute negli articoli che
seguono.
Pertanto negli articoli successivi per ogni categoria
(o sottocategoria) di cui al capo I e nelle tabelle allegate, sono elencate:
- le classi (o
sottoclassi) delle attività e degli usi ammessi, di cui al capo II;
- i tipi di
intervento ammessi di cui al capo III;
- i parametri
per gli interventi edilizi, di cui al capo IV;
- i vincoli
sulla forma, sulla dislocazione degli edifici e sulla utilizzazione della
superficie fondiaria, di cui al capo V;
- i
convenzionamenti per interventi (su singole unità immobiliari o su interi
edifici), da effettuare all'interno di strumenti urbanistici esecutivi indicati
dal piano, ovvero per singole concessioni
od autorizzazioni.
Ad ogni sigla (BR1; BR2; BR3; BR4; BR5; BP1; EE; EP;
ER., ecc..), che contraddistingue la corrispondente categoria e sottocategoria
omogenea delle parti del territorio, corrisponde un articolo ed una tabella
riassuntiva. Tali sigle possono essere ulteriormente seguite da una lettera
(BR2a, BR2b, ecc.) per
indicare le parti di territorio alle quali è stata attribuita dal piano
un'ulteriore articolazione della sottocategoria. Per ciascuna di dette parti le
norme del capo VI (e quindi le relative tabelle di sottocategoria) prevedono
almeno per alcuni degli elementi (le classi di attività, i tipi di intervento,
i parametri urbanistici, ecc...), prescrizioni, parzialmente differenziate (per
esempio: prevedere in CR2a, parametri urbanistici e modalità di intervento
differenti da CR2b, ovviamente in funzione di obiettivi del piano spazialmente
caratterizzati).
Le attività e gli usi consentiti (corrispondenti alle
righe attivate nella tabella) sono da intendere anche come modificazioni delle
attività ed usi in atto alla data alla quale può essere realizzato il tipo di
intervento (corrispondente alla colonna o alle colonne attivate nella tabella
riassuntiva).
Le deroghe generali e puntuali previste dal PRGC alle
prescrizioni contenute negli articoli riguardanti le specifiche sottocategorie
sono raccolte nel successivo Art. 84 “Deroghe” e nell’allegato documento “Parti
Urbane a progettazione specifica”.
Altre indicazioni (riportate con specifica simbologia
nelle tabelle) possono precisare limiti
dimensionali eventualmente assegnati ad attività ed usi, vincoli per
particolari tipi di intervento ecc..
Gli interventi di manutenzione ordinaria e
straordinaria su edifici esistenti e legittimamente realizzati, per qualunque
categoria urbanistica, per qualunque destinazione d’uso di edifici e manufatti,
sono sempre consentiti, anche in assenza di una espressa indicazione nella
rispettiva norma di categoria.
Particolare attenzione va inoltre posta agli aspetti
idrogeologici e geologico-tecnici. Indagini specifiche di settore hanno portato
alla formulazione di una specifica zonizzazione del territorio comunale. Ogni
intervento edificatorio dovrà quindi attenersi alle prescrizioni generali
contenute nell’elaborato AT1.4 e riprese
nel successivo art. 81 che possono comportare limitazioni ai tipi di intervento
edilizio e alle destinazioni d’uso ammissibili, nonché subordinare possibilità
di intervento alla realizzazione e collaudo di opere pubbliche necessarie alla
messa in sicurezza delle aree. Nella
fattispecie si ritiene di richiamare puntualmente le limitazioni introdotte per
le aree ricadenti nella classe 2C, dove risulta impedita la costruzione di
locali interrati e per quelle ricadenti nella classe 3B dove l’attuazione degli
interventi potenzialmente realizzabili sotto l’aspetto urbanistico è però
subordinata alla progettazione, realizzazione e collaudo delle opere pubbliche
necessarie alla messa in sicurezza delle aree.
Ai fini della determinazione delle potenzialità di
intervento espresse da ogni singola parte di territorio è quindi necessario non
solo riconoscere la zona urbanistica di appartenenza ma anche la “classe di
pericolosità” attribuita, consultando non solo le tavole di Progetto 3.1/7 -
4.16, ma anche la carta di sintesi AT1.4.