Art. 58        Vincolo idrogeologico, idoneità allutilizzazione urbanistica sotto laspetto geo­logico.

1.         Si intendono richiamati tutti gli elaborati della serie GT che costituiscono parte sostanziale del S.U.G.. Sulle tavole di progetto (P2.2 e P2.3) sono stati riportati con valore indicativo i limiti del vincolo idrogeologico ai sensi del R.D. 30 dicembre 1923, n° 3267 e dell'art. 5 del R.D. 13 febbraio 1933 n° 215; le aree interessate da tale vincolo nel territorio comunale sono quelle comprese tra l’apposito simbolo grafico e lalveo del Po. Preliminarmente al rilascio di ogni titolo abilitativo in zona sottoposta al vincolo per scopi idrogeologici, dovrà comunque essere verificata la documentazione ufficiale.

2.         Considerazioni di carattere idrogeologico e geomorfologico, conseguenti ad indagini specifiche di settore, hanno portato alla formulazione di una zonizzazione del territorio comunale conforme- mente alle prescrizioni della "Circolare del Presidente della Giunta regionale n. 7/LAP approvata in data 6 maggio 1996 - L.R. 5/12/77 e s.m.i.. Specifiche tecniche per l'elaborazione degli studi geologici a supporto degli strumenti urbanistici", suddividendo il territorio per settori omogenei dal punto di vista della pericolosità geomorfologica intrinseca e dell'idoneità all'utilizzazione urbanistica; le valutazioni di rischio tengono altresì conto delle prescrizioni del Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I .) approvato con Delibera del Comitato Istituzionale dellAutorità di Bacino del Fiume Po in data 26 aprile 2001.

3. Dette aree risultano così definite ed individuate sullelaborato GT10/1-2 Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dellidoneità allutilizzazione urbanistica”:

- Classe I I: pericolosità geomorfologica: moderata. Porzioni di territorio nelle quali le condizioni di moderata pericolosità geomorfologica possono essere agevolmente superate attraverso ladozione ed il rispetto di modesti accorgimenti tecnici. In questa classe sono state ricono­sciute quattro sottoclassi:

-    Classe IIa: settori di pianura interessati da acque di inondazione a bassa ener­gia e con battente idrico inferiore a 40 cm. Ricade in questa sot­toclasse la porzione del territorio comunale allungata in senso est-ovest e posizionata a sud della scarpata che separa il settore rilevato della pianura da quello più depresso; è indicata in carta con il colore giallo

-    Classe IIb: settori di scarpata caratterizzati da acclività medio-alte. In questa sottoclasse di pericolosità sono stati distinti i settori ad acclività medio alta che fungono da raccordo tra le diverse unità morfolo­giche presenti, come la scarpata che collega il Rilievo Isolato di Trino con il settore di pianura più settentrionale.

-    Classe IIc: settori di pianura posti al di sopra del terrazzo rissiano (risaie). In questa sottoclasse sono stati compresi i settori di pianura posti in posizione di sicurezza rispetto alla dinamica fluviale del Fiume Po ed utilizzati prevalentemente per la coltivazione del riso.

-    Classe IId: settori sommitali del rilievo isolato. In questa sottoclasse sono stati indicati gli areali sostanzialmente pianeggianti o a debole accli­vità, posti sulla sommità del rilievo isolato di Trino (Montarolo) che risultano privi di problematiche legate alla dinamica fluviale del reticolo principale e/o secondario.

- Classe IIIb: pericolosità geomorfologica: elevata. Porzioni di territorio edificate nelle quali gli ele­menti di pericolosità geologica e di rischio sono tali da imporre i n ogni caso interventi di riassetto territoriale di carattere pubblico a tutela del patrimonio urbanistico esistente.

-    Sottoclasse IIIb2: a seguito della realizzazione delle opere sarà possibile la realiz­zazione di nuove edificazioni, ampliamenti e/o completamenti. E distinta in questa sottoclasse la parte del concentrico localizzata a nord della s.s. del Monferrato n° 31 bis dove si sono verificati, nellottobre 2000, in assenza delle opere di cui sopra, battenti GI idrici in genere prossimi o inferiori ad 1 metro.

Sottoclasse IIIb3: a seguito della realizzazione delle opere di riassetto sarà possibile solo un modesto incremento del carico antropico con esclusione di nuove unità abitative e completamenti. Ricadono in questa sot­toclasse i settori territoriali edificati posti a sud della s.s. n° 31

bis; in questi areali si sono accertati in concomitanza dell’evento del 2000, in assenza delle opere di cui sopra, battenti idrici supe­riori al metro.

Sottoclasse IIIb4: anche a seguito della realizzazione di opere di sistemazione, indi‑

spensabili per la difesa dellesistente, non sarà possibile alcun aumento del carico antropico. Ricade in questa classe solo il se­dime della centrale Enrico Fermi.

- Classe I IIa: pericolosità geomorfologica: elevata. Porzioni di territorio inedificate che presentano caratteri geomorfologici o idrogeologici che le rendono inidonee a nuovi insediamenti. Ricade in questa classe di pericolosità unampia porzione del territorio comunale nella quale, i n concomitanza agli eventi di inondazione da parte delle acque del Po, si sono verificati battenti idrici maggiori di 40 cm.

e vengono altresì riportate sulle tavole di progetto P2 con le seguenti descrizioni sintetiche:

- Classe I Ia:    pericolosità geomorfologia moderata: settori di pianura;

- Classe I Ib:    pericolosità geomorfologia moderata: settori di scarpata;

- Classe I Ic:    pericolosità geomorfologia moderata: settori di pianura posti sul terrazzo rissiano;

- Classe I Id:    pericolosità geomorfologia moderata: settori sommatali del rilievo isolato;

- Classe IIIb2: pericolosità geomorfologia elevata con possibilità di nuove edificazioni;

- Classe IIIb3: pericolosità geomorfologia elevata con possibilità di modesto incremento antropico; - Classe IIIb4: pericolosità geomorfologia elevata senza aumento di carico antropico;

- Classe I I Ia: pericolosità geomorfologica elevata: porzioni di territorio inedificate e inadatte a nuovi insediamenti.

4.         Preliminarmente alla progettazione e realizzazione di ogni intervento sul territorio comunale dovranno sempre essere verificati gli elaborati geologici GT1 Relazione geologico-tecnica e GT10/1-2 Carta di sintesi della pericolosità geomorfologia e dellidoneità allutilizzazione urbanistica”.

5.         Per ogni classe geologica valgono prescrizioni geologico tecniche e limiti ai tipi di intervento edilizi (eventualmente condizionati alla realizzazione di opere di consolidamento/difesa di iniziativa pubblica o privata) secondo le indicazioni fornite nelle prescrizioni di cui allelaborato GT1 “Relazione geologico-tecnica (parte normativa e schede di approfondimento) a cui si rimanda integralmente. A titolo conoscitivo si riportano ai successivi commi le disposizioni previste per ogni Classe e sottoclasse in merito alla Utilizzazione urbanistica, agli interventi edilizi ammessi, alle prescrizioni normative ed alle Prescrizioni di carattere generale”.

6.      Classi e Sottoclassi di idoneità: utilizzazione urbanistica, interventi edilizi ammessi, prescrizioni normative.

- Classe I I: utilizzazione urbanistica: q subordinata alladozione ed al rispetto di modesti accorgi­menti tecnici esplicitati a livello di norme di attuazione ispirate al 14/01/2008 e realizza- bili a livello di progetto esecutivo esclusivamente nellambito del singolo lotto edificato­rio o dellintorno significativo circostante. Tali interventi non dovranno in alcun modo incidere negativamente sulle aree limitrofe, né condizionarne la propensione all’edificabilità.

Classe IIa:            interventi edilizi ammessi: non si prevedono limitazioni particolari alle tipologie di interventi di carattere edilizio ammissibili;

prescrizioni normative: in questi settori gli interventi di nuova co­struzione ed ampliamento andranno corredati da una relazione geologico-tecnica, redatta ai sensi del D.M. 14/01/2008, che veri­fichi le caratteristiche geomeccaniche dei terreni di posa delle fondazioni, le situazioni di ristagno idrico superficiale, la soggia­cenza della falda e le oscillazioni della stessa e l'interferenza del­le opere sulle eventuali acque di laminazione; andrà inoltre valutata lopportunità di realizzare locali  interrati e seminterrati.

Classe IIb:            interventi edilizi ammessi: non si prevedono limitazioni particolari alle tipologie di interventi di carattere edilizio ammissibili;

prescrizioni normative: in questi settori gli interventi di nuova co­struzione ed ampliamento andranno corredati da una relazione geologico-tecnica, redatta ai sensi del D.M. 14/01/2008, che veri­fichi le caratteristiche geomeccaniche dei terreni di posa delle fondazioni, le situazioni di ristagno idrico superficiale, la soggia­cenza della falda, le oscillazioni della stessa e la stabilità del ver­sante su cui si collocherà l'intervento. Una particolare attenzione dovrà essere posta nella regimazione delle acque superficiali che andranno captate, regimate e convogliate in impluvi naturali; dovrà essere costantemente garantita la manutenzione di even­tuali muretti a secco limitrofi agli insediamenti previsti verifican­do il loro stato di conservazione.

Classe IIc:            interventi edilizi ammessi: non si prevedono limitazioni particolari alle tipologie di interventi di carattere edilizio ammissibili;

prescrizioni normative: in questi settori gli interventi di nuova co­struzione ed ampliamento andranno corredati da una relazione geologico-tecnica, redatta ia sensi del D.M. 14/01/2008, che veri­fichi le caratteristiche geomeccaniche dei terreni di posa delle fondazioni, le situazioni di ristagno idrico superficiale, la soggia­cenza della falda e le oscillazioni della stessa.

Classe IId:            interventi edilizi ammessi: non si prevedono limitazioni particolari alle tipologie di interventi di carattere edilizio ammissibili;

prescrizioni normative: in questa classe gli interventi di nuova co­struzione ed ampliamento andranno corredati da una relazione geologico-tecnica, redatta ai sensi del D.M. 14/01/2008, che veri­fichi le caratteristiche geomeccaniche dei terreni di fondazione e consideri landamento plano-altimetrico dei lotti coinvolti.

- Classe IIIb: utilizzazione urbanistica: in assenza di tali interventi di riassetto saranno consentite solo trasformazioni che non aumentino il carico antropico quali, a titolo di esempio, interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, risanamento conservativo, ecc.; per le opere di interesse pubblico non altrimenti localizzabili varrà quanto previ‑

sto dallart. 31 della L.R. 56/77. Nuove opere o nuove costruzioni saranno ammesse solo a seguito dellattuazione degli interventi di riassetto e dellavvenuta eliminazione e/o minimizzazione della pericolosità.

I n riferimento alla fruibilità delle aree I I I b è importante sottolineare come ad oggi siano già state eseguite e collaudate le principali opere volte alla difesa idraulica dellabitato di Trino quali i l ripristino ed i l potenziamento degli argini lungo i l Po, la realizzazione dello scolmatore della Roggia Stura e la sua successiva automatizzazione (come prescritto da- gli studi del Politecnico di Torino) e tutta una serie di interventi puntuali sul reticolo minore messi i n atto dal Consorzio irriguo Ovest Sesia, gestore dello stesso. Le opere realizzate hanno certamente prodotto una sensibile riduzione della pericolosità sul territorio comunale.

Sottoclasse IIIb2: interventi edilizi ammessi: tutti. Fermo restando quanto precisato

nelle normative di zona, nell’area individuata come I.U.A.,  in presenza di  interventi sugli interi fabbricati pertinenziali,  l’uso [ dei piani terra è limitato ad artigianato di servizio/pubblico eser­cizio, attività terziarie e a destinazioni accessorie, ad esempio au­torimesse, magazzini, depositi, ecc.;

prescrizioni normative: per le ristrutturazioni che comportano un

aumento del carico antropico l’intervento andrà corredato da una relazione geologico-tecnica, redatta ai sensi del D.M. 14/01/2008, che accerti la realizzazione e lo stato manutentivo degli interventi di riassetto  che hanno permesso leliminazione o la minimizzazione della pericolosità.


Per le nuove costruzioni la relazione geologico-tecnica, redatta ai sensi del D.M. 14/01/2008, dovrà prendere atto della realizza­zione e dello stato manutentivo degli interventi di riassetto che

hanno permesso leliminazione o la minimizzazion e  della  pericolosità e dovrà verificare le caratteristiche geomeccaniche dei ter­reni di posa delle fondazioni, le situazioni di ristagno idrico su­perficiale, la soggiacenza della falda e le oscillazioni della stessa e l'interferenza delle opere sulle eventuali acque di laminazione. A livello di singolo intervento andrà infine valutata l’opportunità di realizzare locali seminterrati; è vietata la realizzazione di in­terrati.

Sottoclasse IIIb3: interventi edilizi ammessi:

destinazioni residenziali: sugli immobili esistenti sono ammessi in­terventi che comportano solo un modesto incremento del carico antropico con esclusione di nuove unità abitative e completamenti. In caso  di interventi  sullintero fabbricato sono da privilegiare soluzioni progettuali volte a garantire migliori condizioni di sicu­rezza;

altre destinazioni d’uso: sul patrimonio edificato esistente sono ammessi tutti gli interventi previsti dalle zone urbanistiche com­prensivi di sostituzione edilizia, ampliamento e completamento edilizio se finalizzato al miglioramento funzionale delle attività aziendali in atto;

prescrizioni normative: per gli interventi edilizi di carattere resi­denziale come sopra descritti la relazione geologico-tecnica, re­datta ai sensi del D.M. 14/01/2008, dovrà prendere atto della realizzazione e dello stato manutentivo degli interventi di riassetto che hanno permesso  l’eliminazione o la minimizzazione della  pericolosità. Per gli interventi sulle altre destinazioni duso la relazione geologico-tecnica, redatta ai sensi del D.M. 14/01/2008, dovrà accertare la realizzazione e lo stato manutentivo degli in­terventi di riassetto che hanno permesso leliminazione o la mi-nimizzazione della pericolosità e dovrà verificare le caratteristi­che geomeccaniche dei terreni di posa delle fondazioni, le situa­zioni di ristagno idrico superficiale, la soggiacenza della falda, le oscillazioni della stessa e l'interferenza delle opere sulle eventua­li acque di laminazione. A livello di singolo intervento andrà infi­ne valutata lopportunità di realizzare locali seminterrati; è vietata la realizzazione di interrati.

Sottoclasse IIIb4: Interventi edilizi ammessi: tutti gli interventi necessari al manteni­mento funzionale della struttura esistente. e gli interventi connessi ad adeguamenti normativi  e/o allottenimento di migliori condizioni di sicurezza ambientale ed idraulica.

- Classe IIIa: utilizzazione urbanistica: aree inidonee a nuovi insediamenti;

interventi edilizi ammessi: sono consentite opere di nuova edificazione, di ampliamento e di ristrutturazione edilizia, comportanti anche aumento di superficie o volume, interes­santi edifici per attività agricole e residenze rurali connesse alla conduzione aziendale. Su altri edifici eventualmente ricadenti in tale classe sono consentite solo trasformazioni che non aumentino i l carico antropico quali interventi di manutenzione ordinaria, straor­dinaria, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, nonché realizzazione di fabbricati accessori purchè non peggiorino le condizioni di deflusso delle acque di lamina­zione;

prescrizioni normative: la fattibilità degli interventi andrà verificata ed accertata da opportune indagini geologiche, idrogeologiche, geognostiche di dettaglio, inottemperanza a quanto previsto dalla Circolare 16/U RE e dal D.M . 14/01/2008, i n ogni caso le su­perfici abitabili dovranno essere realizzate a quote compatibili con la piena di riferimento, previa rinuncia da parte del soggetto interessato al risarcimento in caso di danno o in presenza di copertura assicurativa. Non sono ammessi locali interrati e/o seminterrati. Nei settori interessati dalle Ee sono da ritenersi prevalenti le indicazioni dellart.9 del P.A.I.

7. Prescrizioni di carattere generale da rispettare sullintero territorio comunale:

1)      dovranno essere integralmente rispettate le indicazioni contenute negli studi geologici redatti dai professionisti estensori degli studi geologici ed idraulici;

2)      tutti i corsi d'acqua, sia pubblici sia privati, non dovranno essere confinati in manufatti tubolari o scatolari di varia forma o sezione e subire restringimenti d'alveo; è fatto inoltre divieto assoluto di edificare al di sopra dei corsi d'acqua intubati;

3)        non sono ammesse occlusioni, anche parziali, dei corsi d'acqua, anche nelle zone di testata tramite riporti vari;

4)      dovranno essere garantite costantemente la pulizia e la manutenzione degli alvei dei corsi d'acqua, naturali o artificiali, pubblici o privati, verificando le sezioni di deflusso, soprattutto per i tratti d'al­veo intubati , adeguando quelle insufficienti;

5)      qualora siano necessari sbancamenti di scarpate e/o riporti di materiale, gli stessi dovranno essere sostenuti e drenati al fine di garantire, a breve ed a lungo termine, la stabilità dei pendii;

6)      le eventuali nuove opere di attraversamento stradale dei corsi d'acqua dovranno essere realizzate mediante ponti, i n maniera tale che la larghezza della sezione di deflusso "a rive piene" misurata a monte non si a i n alcun modo ridotta, a prescindere dalle verifiche di portata;

7)        non dovranno essere ammessi nuovi interventi edificatori interrati nelle zone di pianura al di sotto della quota di massima escursione della falda;

8)      i l ricorso all'innalzamento artificiale del piano di campagna è permesso qualora sia accertato che tale intervento non provochi innalzamenti anomali del livello idrico nel corso di eventi di piena tali da provocare maggiori danni nelle aree adiacenti;

9)      si ricordano le prescrizioni del D.M. 14/01/2008 Norme Tecniche per le costruzioni, evidenziando l'obbligatorietà di tali norme che si applicano a tutte le opere pubbliche e private da realizzare nel territorio della Repubblica”;

10)  in base alla Circolare 8/PET Adeguamento degli strumenti urbanistici comunali al Piano Stralcio della Fasce Fluviali dell'8 luglio 1999 (BUR n 28 del 14 luglio 1999) gli ambiti delle fasce A, B e C dovranno obbligatoriamente rientrare nel Piano di Protezione Civile”.

8. In cartografia sono state inoltre individuate due aree Ee ai sensi dellart. 9 delle N.d.A. del P.A.I .. Le attività in queste aree sono normate dallo stesso articolo, comma 5 a cui si rimanda integral­mente e per comodità di lettura riportato integralmente allallegato A.