Art. 14 – Norme generali per le aree boscate.

1.     Definizione

Le definizioni di "bosco" e "non bosco", rilevanti alla fine della gestione dei vincoli, discendono dall’art. 3 della L.R. n. 4 del 10/02/2009

Sono altresì assimilati a bosco:

a)      i fondi gravati dall'obbligo di rimboschimento per le finalità di difesa idrogeologica del territorio, qualità dell'aria, salvaguardia del patrimonio idrico, conservazione della biodiversità, protezione del paesaggio e dell'ambiente in generale;

b)     le aree forestali temporaneamente prive di copertura arborea e arbustiva a causa di utilizzazioni forestali, avversità biotiche e abiotiche, eventi accidentali, incendi;

c)      le radure e tutte le altre superfici d'estensione inferiore ai 2000 metri quadrati che interrompono la continuità del bosco.”.

Non sono considerati bosco:

        i parchi e giardini, pubblici e privati;

        le alberature stradali;

        i castagneti da frutti in attualità di coltura;

        gli impianti di frutticoltura e d'arboricoltura da legno di cui al comma 5 dell'articolo 2 (per arboricoltura da legno si intende la coltivazione di alberi, in terreni non boscati, finalizzata esclusivamente alla produzione di legno e biomassa ancorché sugli stessi terreni siano presenti soggetti arborei di origine naturale, la cui area d'incidenza non superi il 20% della superficie e sempre che le stesse piantagioni non svolgano prevalenti funzioni idrogeologiche o ambientali. La coltivazione è reversibile al termine del ciclo colturale (definizione del D.Lgs. 227/2001 integrato dalla L.R. 45/1989).

2.     Applicazione della norma

Il presente articolo si applica:

        agli ambiti "bosco" come definito al punto 1;

        agli ambiti individuati nell'Allegato tecnico "A.11 Individuazione degli ambiti boscati, sintesi delle indagini specialistiche" a prescindere dall'area normativa di classificazione.

3.     Classificazione forestale delle aree boscate

Le indagini specialistiche settoriali condotte nel territorio, classificano ogni ambito boscato secondo due serie di variabili (Categorie forestali, Forme di governo) ed indicano gli ambiti suscettibili di modifica permanente dell'uso forestale.

Le classificazioni forestali sono riportate dell'Allegato tecnico "A.11 Individuazione degli ambiti boscati sintesi delle indagini specialistiche" con l'identificativo di classificazione, in cui sono indicati inoltre le aree vincolate a seguito degli incendi boschivi, individuati dalla Forestale ai sensi della Legge n. 353 del 21/11/2000.

 


 

3A Classificazione per CATEGORIE FORESTALI

Si definisce "categoria forestale" un'unità puramente fisionomica, omogenea sotto l'aspetto floristico e selvicolturale, definita sulla base della dominanza delle specie arboree costruttrici e che corrisponde all'unità vegetazionale comprensiva normalmente utilizzata in selvicoltura.

Le categorie utilizzate sono:

        Robinieto;

        Robinieto variante con latifoglie mesofile;

        Robinieto variante con Castagno;

        Robinieto variante con Prunus serotina;

        Querco-carpineto della bassa pianura;

        Querco-carpineto della bassa pianura variante con/a latifoglie mesofile;

        Querco-carpineto della bassa pianura variante con Quercia rossa;

        Querco-carpineto della bassa pianura variante con Robinia;

        Castagneto mesoneutrofilo a Salvia Glutinosa delle Alpi;

        Castagneto mesoneutrofilo a Salvia Glutinosa delle Alpi var. con Robinia;

        Castagneto mesoneutrofilo a Salvia Glutinosa delle Alpi var. con latifoglie miste;

        Castagneto acidofilo a Teucrium scorodonia delle Alpi var. con Pino silvestre;

        Betuleto planiziale di brughiera;

        Boscaglia d'invasione sottotipo planiziale e collinare;

        Boscaglia d'invasione sottotipo planiziale e collinare variante a sclerofille esotiche;

        Boscaglia d'invasione sottotipo planiziale e collinare variante a Ciliegio;

        Corileto d'invasione variante con latifoglie varie;

        Pioppeto d'invasione a Pioppo tremolo;

        Alneto di Ontano nero sottotipo umido;

        Alneto di Ontano nero variante con Ontano bianco;

        Alneto di Ontano nero variante con Frassino maggiore;

        Alneto di Ontano nero, sottotipo paludoso;

        Alneto di Ontano bianco, sottotipo di versante;

        Acero-tiglio-frassineto di forra;

        Acero-tiglio-frassineto di forra variante immatura con Ontano bianco;

        Acero-tiglio-frassineto di forra variante con Olmo montano;

        Acero-tiglio-frassineto di forra variante ad Acero di monte;

        Acero-tiglio-frassineto di forra sottotipo pedemontano con Ontano nero e/o Farnia;

        Acero-tiglio-frassineto d'invasione;

        Acero-tiglio-frassineto d'invasione variante a Frassino maggiore;

        Acero-tiglio-frassineto d'invasione variante ad Acero di monte;

        Tilieto di Tiglio a grandi foglie;

        Rimboschimento dei piani planiziale e collinare variante con latifoglie codominanti d'invasione più del 20% di superficie d'insidenza);

        Saliceto di Salice bianco;

        Saliceto di Salice bianco sottotipo paludoso con Ontano nero;

        Pioppeto di Pioppo nero;

        Pioppeto di Pioppo nero variante con latifoglie miste;

        Pioppeto invaso.

 


 

3A.2 Classificazione per le categorie escluse dal bosco:

        Impianti artificiali (Rimboschimento dei piani planiziale e collinare, Rimboschimento dei piani planiziale e collinare variante a Pino strobo, Rimboschimento dei piani planiziale e collinare variante a Quercia rossa, Rimboschimento del piano montano variante a Larice europeo) e Pioppeti artificiali.

3B Classificazione per FORME DI GOVERNO

        Fustaia: bosco di origine gamica (da seme) in avanzato stato di sviluppo e capace di rinnovarsi ancora da seme;

        Ceduo (composto, matricinato, semplice): bosco di origine agamica (da ricaccio a seguito di taglio), di età solitamente contenuta entro i 40 anni e capace di rinnovarsi sia da seme che da ricaccio a seguito di taglio;

        Popolamento d'invasione senza governo: giovane bosco di origine da seme derivato da fenomeni di ricolonizzazione di ex prati o seminativi in stato di iniziale abbandono.

4.     Indirizzi per le attività selvicolturali

Ovunque selvicolturalmente possibile dovrà essere sottoposta a tagli di matricinatura intensiva o fitosanitari leggeri per tendere al generale avviamento guidato verso l'alto fusto nel medio periodo.

Forme di governo sempre ammesse: ceduo semplice, ceduo matricinato, ceduo composto con fustaia sopra ceduo, ceduo composto con ceduo sotto fustaia, alto fusto, alto fusto transitorio, cenosi priva di forma di gestione ben definita, arboricoltura da legnosa a ciclo breve e non a ciclo breve.

Pratiche colturali ammesse

Negli ambiti classificati a bosco le pratiche colturali ammesse sono:

        selvicoltura naturalistica e/o protettiva e/o produttiva e/o ricreativa,

        coltivazione industriale del legno,

        apertura di nuove piste silvopastorali,

        manutenzione ordinaria e straordinaria alle piste silvopastorali esistenti,

        ad eccezione che per gli ambiti boscati tutelati, poiché comportante modifica permanente, realizzazione di vivai su superfici accorpate di estensione non superiore al 10% per proprietà accorpata,

        ad eccezione che per gli ambiti boscati tutelati, poiché comportante modifica permanente, trasformazione a prato stabile su superfici accorpate di estensione non superiore al 10% per proprietà accorpata,

        attrezzature a cielo aperto per il tempo libero.

È vietato operare la capitozzatura di alberi, inteso come il taglio di parti importanti del fusto tali da stravolgere la forma di naturale sviluppo della parte epigea del soggetto arboreo.

Analogamente si fa esplicito divieto di eseguire scavi a distanza ravvicinata dal fusto delle piante arboree esistenti, al fine di prevenire il taglio di radici causa di perdita di efficienza statica dell'esemplare.

 

 

 


 

Qualora l'intervento di drastica potatura della pianta sia necessario per motivi di spazio, salubrità o sicurezza statica in alternativa alla capitozzatura è facoltà dell'Amministrazione comunale ordinare l'abbattimento e l'immediata sostituzione con soggetto arboreo di uguale o diversa specie in trapianto "pronto effetto".

Qualora l'intervento di scavo sia necessario e tecnicamente non sia ipotizzabile un tracciato alternativo tale da risparmiare gli apparati radicali delle piante arboree esistenti, è facoltà dell'Amministrazione comunale ordinare l'abbattimento e l'immediata sostituzione con soggetti arborei di uguale o diversa specie in trapianto "pronto effetto".

In relazione alla difesa ed allo sviluppo del patrimonio arboreo, l'Amministrazione comunale potrà richiedere alle proprietà particolari opere nella manutenzione straordinaria ed ordinaria al fine della eliminazione delle piante malate o nocive al contesto e la relativa ricostituzione.

5.     Vincoli sovraordinati

vincolo paesaggistico

Gli ambiti indicati nell'Allegato tecnico "A.11 Individuazione degli ambiti boscati, sintesi delle indagini specialistiche" sono sottoposti al vincolo paesaggistico di cui al D.Lgs. 42/04 "Codice dei beni culturali e del paesaggio" e s. m. ed i., articolo 142, lettera g, secondo le specificazioni del piano.

vincolo idrogeologico

Talune aree boscate sono assoggettate al vincolo idrogeologico di cui al R.D. 3267/23 e L.R. 45/89: per tali aree l'autorizzazione al mutamento delle caratteristiche del patrimonio forestale – sia permanente che temporaneo, nonché il titolo abilitativo per gli interventi sul suolo, sui manufatti e sugli edifici esistenti dovrà essere richiesta ai sensi della L.R. 45/89.

6.     Modifiche permanenti ed ambiti tutelati

modifiche permanenti

Modifica permanente di un'area boscata è la modificazione delle proprie caratteristiche sino a comportare la perdita della condizione di "bosco".

Le modifiche delle caratteristiche di un ambito boscato non comportano il passaggio ad altra area normativa del P.R.G.C..

ambiti boscati tutelati

Non sono ammesse modifiche permanenti negli ambiti che presentano una delle caratteristiche:

        Categorie forestali: Querco-carpineto della bassa pianura, Querco-carpineto della bassa pianura variante con/a latifoglie mesofile, Querco-carpineto della bassa pianura variante con Quercia rossa, Querco-carpineto della bassa pianura variante con Robinia, Castagneto mesoneutrofilo a Salvia Glutinosa delle Alpi var. con latifoglie miste, Castagneto acidofilo a Teucrium scorodonia delle Alpi var. con Pino silvestre, Pioppeto d'invasione a Pioppo

 


 

tremolo, Alneto di Ontano nero sottotipo umido, Alneto di Ontano nero variante con Ontano bianco, Alneto di Ontano nero variante con Frassino maggiore, Alneto di Ontano nero, sottotipo paludoso, Aneto di Ontano bianco, sottotipo di versante, Acero-tiglio-frassineto di forra, Acero-tiglio-frassineto di forra variante immatura con Ontano bianco, Acero-tiglio-frassineto di forra variante con Olmo montano, Acero-tiglio-frassineto di forra variante ad Acero di monte, Acero-tigliofrassineto di forra sottotipo pedemontano con Ontano nero e/o Farnia, Acero-tiglio-frassineto d'invasione, Acero-tiglio-frassineto d'invasione variante a Frassino maggiore, Acero-tigliofrassineto d'invasione variante ad Acero di monte, Tilieto di Tiglio a grandi foglie, Rimboschimento dei piani planiziale e collinare variante con latifoglie codominanti d'invasione, Rimboschimento del piano montano variante con latifoglie codominanti d'invasione, Saliceto di Salice bianco sottotipo paludoso con Ontano nero, Pioppeto di Pioppo nero, Pioppeto di Pioppo nero variante con latifoglie miste e Pioppeto invaso, per le caratteristiche ecologico – forestali di rilievo;

        Forma di governo "Fustaia";

        Forma di governo "Ceduo composto".

7.     Procedure

Le procedure di intervento sono regolamentate dalle normative vigenti in materia (L.R. 10 febbraio 2009 n. 4 e "Regolamento forestale di attuazione dell’articolo 13 della legge regionale 10 febbraio 2009, n. 4" approvato con Decreto della Presidente della Giunta Regionale 15 febbraio 2010, n. 4/R.

8.     Procedure particolari

L'Amministrazione comunale si riserva, specialmente per le aree in evoluzione forestale all'intorno degli ambiti boscati, di richiedere perizie preliminari di aggiornamento ai soggetti proponenti trasformazioni urbanistiche in fase di aggiornamento delle classificazioni degli ambiti boscati

Gli interventi di modifica temporanea dello stato d'uso devono essere segnalati all'Amministrazione comunale almeno 40 giorni prima dell'inizio dei lavori al fine di consentire il tempo per valutazioni e sopralluoghi. L'Amministrazione comunale può procedere a sopralluoghi e può emettere un divieto parziale o totale all'intervento entro 30 giorni dal ricevimento della segnalazione.