Art. 14   Norme generali

14.01     Le tipologie  degli interventi edilizi sono definite e disciplinate dalle vigenti norme di legge statale e regionale (art. 3 DPR 380/2001 Testo Unico Edilizia e art. 13 Lur 56/1977), salvo quanto diversamente specificato nelle presenti NdA; solo per completezza esse vengono riportate, in modo sintetico ed essenziale, nei commi e negli articoli seguenti; ogni modifica della legislazione statale o regionale in materia determina l’automatica e conseguente variazione della disciplina di seguito riferita.

14.02     Per la Città storica, ad integrazione alle modalità di intervento di cui al presente Capo IV, sono definite alcune modalità di intervento specifiche aggiuntive a quelle elencate, che dovranno essere utilizzate negli interventi all’interno della Città storica sulla base della disciplina contenuta nella tavola P4 - Assetto della Città Storica di prima formazione 1:1.000 nonché nelle tavole P2 - Assetto urbanistico generale 1:5.000 e P3 - Assetto urbanistico 1:2.000.

14.03     Le modificazioni parziali o totali ai singoli tipi di intervento sul patrimonio edilizio esistente, non costituiscono variante del Piano, a norma del 12° comma lettera f dell'art. 17 della Lur 56/77 e s.m.i., sempre che esse non conducano all'intervento di ristrutturazione urbanistica, non riguardino edifici, manufatti od aree classificate dal Piano ai sensi del 1° comma, punto 1) dell’art. 24 della Lur 56/77 e s.m.i. , non comportino variazioni, se non limitate, nel rapporto tra capacità insediativa ed aree destinate ai pubblici servizi. Le modificazioni sono assunte dal Comune con deliberazione consiliare e con le modalità del richiamato art. 17 della Lur 56/77 e s.m.i.

14.04     Abrogato.

14.05     In tutti gli interventi pubblici e privati di nuova costruzione e di ristrutturazione si applicano le norme per favorire il superamento delle barriere architettoniche contenute nelle vigenti leggi.

14.06     Nelle aree a “Vulnerabilità ambientale rilevante” come identificate nell’elaborato RIR– Rischio di Incidente Rilevante “Tav. 5 - Elementi ambientali vulnerabili - Classificazione” nell’eventuale insediamento di attività Seveso e sottosoglia Seveso dovrà essere verificata la compatibilità tra i processi e/o le sostanze detenute e la compatibilità territoriale ed ambientale.

14.07     Negli ambiti di applicazione della disciplina RIR – Rischio di Incidente Rilevante per l’attività Seveso e Sottosoglia Seveso, riportate nella “Tav. 7 – Identificazione delle aree di esclusione e osservazione” e delimitati come “Aree di esclusione” negli Elaborati Prescrittivi del Piano, sono prescritti i seguenti vincoli:

a.  vincoli connessi alla destinazione d’uso:

- non sono ammesse modifiche di destinazione duso che possono determinare un aumento di carico antropico, fatti salvi gli interventi di ampliamento, sopraelevazione, recupero e riuso di Volumi e Sul connesse ad unità immobiliari preesistenti, nonché interventi di nuova edificazione dell’art. 15.05 con Uf < 0,5 mq/mq;

- nelle aree agricole gli edifici residenziali sono ammessi se a servizio dell’attività agricola ad uso del conduttore;

- non sono ammesse le categorie territoriali A e B della tabella 1 del DM 9-05-2001, paragrafo 6.1.1, ed in particolare:

Categoria A: aree con destinazioni d’uso prevalentemente residenziali, con Uf tra 1,5 e 0,5 mq/mq; luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità, quali ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori (oltre i 25 posi letto o 100 persone presenti); luoghi soggetti all’affollamento rilevante all’aperto, quali ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali (oltre 500 persone presenti).

Categoria B: aree con destinazioni d’uso prevalentemente residenziali, con Uf > 1,5 mq/mq; luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità, quali ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole (oltre i 25 posi letto o 100 persone presenti); luoghi soggetti all’affollamento rilevante all’aperto, quali ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali (fino a 500 persone presenti); luoghi soggetti all’affollamento rilevante al chiuso, quali ad esempio centri commerciali, terziari, direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università (con oltre 500 persone presenti); luoghi soggetti all’affollamento rilevante con limitati periodo di esposizione al rischio, quali ad esempio luoghi di pubblico spettacolo per attività ricreative, sportive, culturali, religiose (con oltre 100 persone presenti, fino a 1.000 persone al chiuso); stazioni ferroviarie e altri nodi di trasporto, con movimento passeggeri superiore a 1.000 persone/giorno.

b.  vincoli progettuali:

- nel caso di attività produttive che detengono sostanze tossiche e/o infiammabili (in quantitativi tali da rientrare nelle Attività Sottosoglia Seveso con densità relativa all’aria > 1 (gas densi), si raccomanda di predisporre sistemi di ventilazione automatica e di rilevazione gas (dotati di allarme) per locali interrati;

- localizzare le aree con elevata frequenza di pubblico all’aperto (parcheggi, aree di svago, …) in posizione protetta rispetto all’attività produttiva, in modo tale che questa sia separata da una barriera fisica di tipo strutturale (muri, edifici, etc….)

- nel caso di edifici confinanti con le Attività Seveso e Attività Sottosoglia Seveso:

·      prevedere un muro di separazione sul lato confinante con l’attività di altezza adeguata;

·      minimizzare le aperture degli edifici (porte, finestre) sul lato affacciato all’attività;

·      prevedere un accesso carraio sull’area confinante l’attività per l’eventuale accesso di mezzi di soccorso, prevedere l’installazione lungo l’area di confine di idranti UNI 70 con distanza reciproca non superiore ai 60 mt, predisporre un’area di intervento per i mezzi dei Vigili del Fuoco con possibilità di attacco di motopompa;

- nel caso di insediamento di nuove aree produttive o di completamento:

·      garantire la doppia viabilità di accesso per un’adeguata gestione delle emergenze in ogni punto dell’area produttiva;

·      garantire un’adeguata viabilità interna;

·      dotare l’area produttiva di servizi comuni per la gestione delle emergenze (ad esempio: la rete antincendio, i sistemi di allertamento, etc…)

c.  vincoli gestionali:

- predisporre un Piano di Emergenza interno all’attività produttiva ed effettuare prove periodiche di evacuazione, in coordinamento con le attività limitrofe.

14.08   Negli ambiti di applicazione della disciplina RIR – Rischio di Incidente Rilevante per l’attività Seveso e Sottosoglia Seveso, riportate nella “Tav. 7 – Identificazione delle aree di esclusione e osservazione” e delimitati come “Aree di osservazione” la azioni da individuare sono volte a fornire indicazioni gestionali e progettuali atte a proteggere la popolazione in caso di scenario incidentale e a minimizzare gli effetti connessi alla viabilità. Sono indicati i seguenti vincoli:

a – vincoli gestionali:

-   predisporre un Piano di Emergenza esterna ovvero di protezione civile per la gestione del rischio industriale

-   non sovraccaricare la viabilità esistente con mezzi pesanti, che vanno dirottati su arterie esterne ai nuclei urbanizzati.

b - vincoli progettuali:

-   garantire una duplice viabilità per l’accesso dei mezzi di emergenza e via di fuga adeguate a gestire eventuali evacuazioni

-   qualora le attività produttive insediate detengano sostanze tossiche (in quantità tali da rientrare nella categoria delle Attività Seveso o attività Sottosoglia Seveso), dotare tutti gli edifici presenti di un sistema di ventilazione e condizionamento con sistema automatico di blocco in emergenza, in caso di rilascio e conseguente formazione di nube tossica, di arrestare detti sistemi e isolare gli ambienti interni per evitare l’immissione di aria contaminata

-   procedere ad una attenta valutazione e progettazione di elementi territoriali che comportino elevato carico antropico.