1. L’allacciamento alle reti fognarie dovrà avvenire nel punto ritenuto idoneo a garantire lo scarico, secondo le indicazioni del Dipartimento Lavori Pubblici, in posizione anche esterna al comparto, con standard idonei a garantire il funzionamento della nuova rete e della rete esistente con dimensionamento calcolato rispetto alla necessità di smaltimento calcolata anche tenendo conto delle necessità generali della rete. Se necessario, il Dipartimento Lavori Pubblici potrà richiedere ai soggetti attuatori il rifacimento di alcuni tratti di rete generale, che garantiscano una volta eseguiti il corretto funzionamento della rete fognaria connessa all’intervento e della zona in genere.
2. Negli interventi rilevanti per gli effetti generati dall’impermeabilizzazione dei suoli, l’organizzazione e il dimensionamento delle reti di raccolta e deflusso delle acque bianche dovranno essere calcolati tenendo a riferimento una quantità di pioggia pari ad un tempo statistico di ritorno almeno decennale con curva di tipo Chicago e considerando la superficie scolante impermeabile.
3. Per quantificare la superficie impermeabile dovrà essere prodotta un’apposita planimetria delle superfici edificate e pavimentate o pavimentabili nel tempo, considerando il 100% delle superfici impermeabili quali le superfici edificate, i pedonali, gli asfalti e le pavimentazioni in genere, al netto delle pavimentazioni e delle superfici drenanti o parzialmente drenanti che andranno computate in proporzione alla effettiva capacità drenante del materiale e della tecnologia utilizzata o, in alternativa, computate al 50% della loro estensione.
4. Il sistema di raccolta e deflusso delle acque bianche, computato nel rispetto delle indicazioni di cui ai commi precedenti, dovrà prevedere soluzioni tecniche idonee a garantire una immissione nella rete pubblica non superiore a 20 litri/secondo per ogni ettaro di superficie impermeabile. La restante quota, eccedente l’immissione massima ammessa nella rete pubblica (fognaria o nelle acque superficiali della rete canalizza), dovrà essere temporaneamente raccolta nell’ambito dell’area di intervento o nelle immediate vicinanze se il Dipartimento Lavori Pubblici lo considera migliorativo. Le soluzioni atte a trattenere la quota eccedente dovranno essere predisposte a carico dei soggetti attuatori dell’intervento, invasando le acque meteoriche in vasche volano aperte o chiuse. Le vasche volano aperte, ricavate con abbassamento del piano di campagna, dovranno preferibilmente avere scarico naturale e potranno essere realizzate anche utilizzando le aree destinate a verde privato o pubblico se eccedente lo standard minimo di legge, a condizione che siano adeguatamente segnalate, che non sia compromessa la sicurezza dei cittadini e che siano adottate le soluzioni di cui all’ultimo comma del presente articolo. Le vasche volano chiuse dovranno avere preferibilmente scarico mediante elettropompa posta in azione con dispositivo automatico e con ritardo rispetto all’evento meteorico.
4bis - Siano previsti sistemi di approvvigionamento che consentano di perseguire il massimo risparmio della risorsa acqua, attraverso il riutilizzo delle acque piovane a fini igienici e irrigui, nonchè la dotazione di sistemi di contabilità che consentano l’acquisizione di una maggiore conoscenza dei consumi idrici, con particolare riferimento ai settori residenziale e commerciale;
- Siano da prevedersi preferibilmente sistemi di fognatura separata. Si dovranno realizzare fognature e condotte a tenuta e impermeabilizzare tutte le vasche interrate tramite doppia guaina impermeabile in modo da evitare sversamenti e contaminazione del suolo e delle acque sotterranee.
- Le trasformazioni che prevedano l’allacciamento di nuovi insediamenti alla rete fognaria dovranno essere sottoposte alla preventiva verifica della compatibilità del maggior carico indotto alla residua potenzialità del sistema di depurazione esistente: l’immissione di un carico aggiuntivo eccedente la potenzialità del sistema di depurazione va condizionato all’adeguamento tecnico e dimensionale dello stesso o all’individuazione di una soluzione depurativa alternativa.
- Sia da preferirsi un posizionamento dei corpi di fabbrica in modo da poter fruire al massimo della luce solare sia per illuminazione che per l’utilizzo fotovoltaico.
- Dovrà essere perseguita l'utilizzazione di misure attive e passive di risparmio energetico, al fine di ottimizzare le soluzioni progettuali per ottenere un miglioramento energetico rispetto alle normative vigenti, nonchè idonee misure di contenimento sia di carattere gestionale che impiantistico-strutturale. Per ciò che concerne le nuove zone commerciali e di servizio, esse dovranno tendere verso una propria autonomia energetica e, possibilmente, diventare produttrici di risorsa stessa.
- I sistemi di illuminazione dovranno evitare fenomeni di inquinamento luminoso e saranno localizzati in modo da minimizzarne il numero, ottimizzandone l’efficienza, e commisurati alle reali necessità (sistemi temporizzati) evitando la propagazione dei raggi luminosi verso l’alto.
- Siano individuati adeguati spazi per ospitare sistemi di raccolta differenziata ed inoltre sia valutata la possibilità di separare e reimpiegare in situ i materiali di rifiuto derivanti dalla cantierizzazione edile previo idoneo trattamento così come previsto dalla normativa vigente.
- Il recupero e/o la riqualificazione delle aree produttive dismesse dovrà essere subordinato a preliminari idonee verifiche ambientali, volte ad accertare il grado di eventuale contaminazione di terreni ed acquiferi e a valutare la necessità di interventi di messa in sicurezza o bonifica ambientale.
- Siano rispettate le prescrizioni contenute nelle “Linee guida per la prevenzione delle esposizioni al gas radon in ambienti indoor” approvate con Decreto n.12.678 del 21/12/2011 e successive disposizioni in merito.
5. Le disposizioni di cui ai commi precedenti si applicano:
- negli interventi subordinati a strumento urbanistico esecutivo di iniziativa pubblica o privata;
- negli interventi diretti di nuova edificazione in lotti liberi con SF superiore a 5.000 mq;
- negli interventi diretti di demolizione e ricostruzione, di ristrutturazione generale, di ampliamento o nuova edificazione in cui la superficie di intervento è superiore a 2.000 mq di SUL.
6. In considerazione dei carichi inquinanti raccolti e trasportati dalla prima pioggia, negli interventi di cui al comma precedente che ricadono in zone produttive il sistema di raccolta e deflusso delle acque meteoriche dovrà prevedere soluzioni atte ad avviare alla depurazione i primi 5 millimetri di pioggia. L’immissione nella rete fognaria di tali scarichi dovrà rispettare le disposizioni di cui al primo comma del presente articolo e dovrà avvenire preferibilmente in tempi differiti rispetto all’evento meteorico; in alternativa, la soluzione dovrà essere valutata caso per caso dal Dipartimento Lavori Pubblici, limitando l’immissione nella rete pubblica ad un massimo di 1 litro/secondo per ogni ettaro di superficie impermeabile. In alcuni casi, l’obbligo di depurazione della prima pioggia potrà essere assolta mediante l’installazione di appositi disoleatori.