- ART. 16 bis -         Area per attrezzature turistico-ricettive (A.T.R.)

 

Il P.R.G.C. individua in località “Cascina del Bosco” l’area A.T.R. in cui sono ubicati i fabbricati destinati ad attrezzature turistico-ricettive ad uso ristorante, albergo e servizi connessi, evidenziata sulla tavola 19/VS “Assetto della località Cascina del Bosco” scala 1:2.000.

 

Sugli edifici compresi nell’ambito A.T.R. - per i quali è in corso l’intervento di ristrutturazione edilizia di tipo b e di ampliamento per esigenze igienico-funzionale pari al 20% della volumetria esistente (autorizzato con permesso di costruire n. 71 del 29.07.2003) - viene consentito con intervento diretto, il completamento della struttura a destinazione turistico-ricettiva (Albergo e Ristorante) con un ulteriore aumento di cubatura (oltre quella già autorizzata) di mc. 7.000,00 (settemila).

 

L’intervento dovrà avvenire in aderenza ai corpi di fabbrica oggetto di ristrutturazione già autorizzata sui terreni al Foglio n. 10 particelle n. 17, 19, 88, 89 di mq. 9.665, con le seguenti prescrizioni:

-            mantenimento della destinazione d’uso turistico-ricettiva per almeno 20 anni;

-            rapporto di copertura ammesso: 1/3;

-            altezza massima consentita: m. 8,00;

-            distanza dai confini: pari o maggiore di mt. 5,00;

-            dotazione minima di mq. 15 per posto letto da attrezzare a verde e parcheggio per l’intero complesso e mai inferiore alle misure indicate dall’Art. 21 punto 1 lettere c) e d) della L.R. 56/77 e s.m.i.;

-            dotazione minima di mq. 2,50 per ogni posto a sedere a parcheggo per l’intero complesso come previsto all’Art. 21 punto 1 della L.R. 56/77 e s.m.i.;

-            attuazione del completamento dell’urbanizzazione dell’area con la realizzazione di tutte le opere primarie previste dalla L.R. 56/77 e dei servizi di cui ai due punti precedenti il tutto da eseguire a cura e spese del proprietario;

-            l’ampliamento dovrà avvenire nella porzione ricadente in classe II di idoneità all’utilizzazione urbanistica riportata sulla tav. 19/VSPEC. e nell’elaborato geologico Tav. 1, comunque dovrà rispettare le prescrizioni contenute nella “Relazione geologico tecnica-integrazioni” redatta dal geol. Dott. E. Arese;

-            la porzione di area  inclusa in classe IIIa è inedificabile.

 

L’intervento nel suo complesso dovrà essere armonicamente inserito nell’ambiente circostante, evitando impatti visivi contrastanti e compromissioni della continuità di percezione e dell’ampiezza del paesaggio. Il modo di costruire dovrà essere coerente con quello della struttura agricola tradizionale, le tipologie dovranno essere intonate alla semplicità dell’edificato tradizionale sia nell’impianto, nell’articolazione volumetrica e nell’uso dei materiali.

 

Il fabbricato dovrà essere aderente ai modelli presenti rappresentati dall’edilizia tradizionale agricola per quanto riguarda le partiture architettoniche (facciate, porte, finestre) le pendenze delle falde di copertura ed i materiali di copertura e di rifinitura. Dovranno essere evitate le strutture prefabbricate "in vista”.

 

Per quanto riguarda il manto di copertura si prescrive l’uso di coppi laterizi piemontesi vecchi o antichizzati del tipo usato nei centri storici.

 

La forma del tetto, per garanzia di un corretto inserimento ambientale, può essere risolta del tipo "a capanna" composto da due falde inclinate unite al colmo o del tipo "a padiglione". I cornicioni dovranno essere inclinati come la pendenza della falda ossia "a pantalera in legno" senza tavolati in legno in vista oppure anche in calcestruzzo intonacati tradizionalmente; potranno anche essere realizzati in piano ed intonacati tradizionalmente. L'inclinazione delle falde, elemento importante per il paesaggio, dovrà osservare pendenze comprese fra il 30 ed il 40% ed essere uguale per tutte le falde. La Commissione Edilizia potrà giudicare la soluzione adottata ed imporre eventuali modifiche.

 

Per i materiali di rifinitura delle facciate si dovrà usare l'intonaco a cemento o a calce.

 

Le finestre dovranno non essere del tipo "a nastro". Gli infissi esterni dovranno avere colore tinta legno scuro (ossia essere similari alla vista al legno) e, se necessarie, le chiusure dovranno essere utilizzate gelosie in legno.

Le tinteggiature date sugli intonaci saranno da preferire in colori tenui, chiari rosati e ocra chiaro. Da evitare il bianco puro che contrasta eccessivamente con il contesto territoriale circostante ed i colori scuri.

 

I muri esterni di contenimento terra (di sostegno, di controripa o di sottoscarpa) ed i muri di recinzione dovranno rispettare la normativa di tutela ambientale già in essere con le varianti approvate al P.R.G.C.;