Articolo 27.        Suddivisione del territorio in classi di edificabilità – Carta di sintesi

All’interno del territorio comunale di Canelli sono state individuate le seguenti classi di edificabilità, in base a quanto prescritto dalla circolare del Presidente delle Giunta Regionale n. 7/LAP (8 maggio 1996). Tale classificazione è stata riportata sulla Tavola G6 – Carta di Sintesi della pericolosità geomorfologica dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica, scala 1:10.000 e sulle Tavole di Progetto P1.1;P1.2, in scala 1:10.000 e sulle Tavole P2.1-P2.2-P2.3-P2.4, scala 1:5.000.

Classe II: porzioni di territorio, suddivise nelle sottoclassi IIa), IIb) e IIc), i cui elementi di pericolosità geomorfologica possono essere superati attraverso l’adozione ed il rispetto di modesti accorgimenti tecnici esplicitati a livello di  norme di attuazione ispirate al D.M. 11/03/1988 e D.M. 14/01/2008 e realizzabili a livello di progetto esecutivo esclusivamente nell’ambito del singolo lotto edificatorio o nell’intorno significativo circostante.

Classe IIa) aree a morfologia collinare, aree con forme di pendio irregolari, aree caratterizzate da fenomeni di bassa intensità, aree interessate da fenomeni di dilavamento.

Classe IIb) aree di pianura, aree caratterizzate da ristagni d’acqua, aree limitrofe a linee di drenaggio minori, che presentano problemi di regimazione delle acque, ristagno e terreni con scadenti parametri geomeccanici.

Classe IIc) aree pianeggianti (interne alla fascia C del PAI per quanto riguarda il Torrente Belbo oppure in corrispondenza di settori ex IIIb relativi ai Rii Trionzo, Rocchea, Bassano e Pozzuolo) caratterizzate da terreni con mediocri parametri geotecnici. Tali settori sono stati cautelativamente considerati a basso rischio da parte di acque a bassa energia e di altezza di pochi centimetri, utilizzando sia il criterio geomorfologico che il criterio idraulico (solo per il R.Trionzo) (Ema).

Classe IIIa) porzioni di territorio, nelle quali gli elementi di pericolosità geomorfologica e di rischio, derivanti questi ultimi dall’urbanizzazione dell’area, sono tali da impedirne l’utilizzo qualora inedificate, richiedendo viceversa la previsione di interventi di riassetto territoriale a tutela del patrimonio esistente.

  Appartengono a tale classe le seguenti aree suddivise con differenti campiture in base alla tematica (ma entrambe con la stessa normativa):

-        Aree di collina che presentano condizioni geomorfologiche ed idrogeologiche sfavorevoli;

-        Aree ad elevata acclività, aree boscate con equilibrio metastabile della coltre con morfologia calanchiva.

Classe IIIa1) (Aree instabili frane attive) Porzioni di territorio inedificate inidonee a nuovi insediamenti. Per le opere infrastrutturali di interesse pubblico, non altrimenti localizzabili, vale quanto indicato all’art. 31 della L.R. 56/77.

Classe IIIa2) (Aree instabili frane quiescenti) Porzioni di territorio inedificate inidonee a nuovi insediamenti. Per le opere infrastrutturali di interesse pubblico, non altrimenti localizzabili, vale quanto indicato all’art. 31 della L.R. 56/77.

Classe IIIa3) Aree potenzialmente inondabili dal T. Belbo, disciplinate dalle norme del P.S.F.F. al quale si demanda. Trattasi di porzioni di territorio inedificate inidonee a nuovi insediamenti. Per le opere infrastrutturali di interesse pubblico, non altrimenti localizzabili, vale quanto indicato all’art. 38 del PAI.

Classe IIIa4) Aree potenzialmente inondabili dal reticolato idrografico minore. Intensità del processo molto elevata. Porzioni di territorio inedificate inidonee a nuovi insediamenti. Per le opere infrastrutturali di interesse pubblico, non altrimenti localizzabili, vale quanto indicato all’art. 31 della L.R. 56/77. Tali settori sono stati ulteriormente suddivisi in:

a) aree potenzialmente inondabili dal reticolato idrografico minore per la delimitazione delle quali è stato utilizzato il solo criterio geomorfologico (intensità del processo Eea)

b) aree potenzialmente inondabili dal reticolato idrografico minore per le delimitazione delle quali è stato utilizzato uno studio idraulico (intensità del processo molto elevata ed elevata Eea e Eba).

La norma relativa alla classe IIIa4 vige per entrambe le classi.

Classe IIIb) porzioni di territorio edificate nelle quali gli elementi di pericolosità geologica e di rischio sono tali da imporre in ogni caso interventi di riassetto territoriale di carattere pubblico a tutela del patrimonio esistente. In assenza di tali interventi di riassetto saranno consentite solo trasformazioni che non aumentino il carico antropico quali, a titolo d’esempio, interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, risanamento conservativo, etc. Per le opere di interesse pubblico, non altrimenti localizzabili, vale quanto indicato all’art. 31 della L.R. 56/77. Tali aree sono state suddivise nelle seguenti sottoclassi:

Classe IIIb2) Aree in cui a seguito della realizzazione delle opere sarà possibile la realizzazione di nuove edificazioni, ampliamenti o completamenti (rischio medio-moderato) [1].

Classe IIIb3) Aree in cui a seguito della realizzazione delle opere di riassetto sarà possibile solo un modesto incremento del carico antropico. Da escludersi nuove unità abitative e completamenti (Rischio elevato)[2].

Classe IIIb4) Aree in cui anche a seguito della realizzazione di opere di sistemazione, indispensabili per la difesa dell’esistente, non sarà possibile alcun incremento del carico antropico (rischio molto elevato).

Corsi d’acqua a sedime pubblico per i quali vige il R.D. 523/1904 (fascia di 10 m). In carta sono stati riportati i corsi d’acqua a regime pubblico per i quali vige il R.D. 1904; i corsi d‘acqua risultano essere il Torrente Belbo, il Rio Trionzo ed il Rio Rocchea.

Corsi d’acqua a sedime demaniale per i quali vige il R.D. 523/1904 (fascia di 10 m). Il corso d’acqua demaniale è il Rio Pozzuolo solo nel tratto urbano.

Corsi d’acqua a sedime privato ai quali è stata applicata una fascia di rispetto di 10 m paragonabile al R.D. 523/1904.

Trattasi di corsi d’acqua perenni, a sedime privato, ai quali è stata attribuita una fascia di rispetto di 10 m. In alcuni casi, in particolare per i rii Bassano, Pozzuolo e Pelazzio tale fascia è in aggiunta a quella del criterio geomorfologico.

Orlo di scarpata In cartografia sono stati riportati i principali orli di scarpata più rilevanti ed importanti.

 



[1] Per le porzioni di territorio interagenti con la dinamica fluviale del T. Belbo (Fascia C del P.S.F.F.), a seguito dell’approvazione da parte del Comune del Cronoprogramma costituito dalla presa d’atto dell’avvenuto collaudo delle opera di difesa realizzate e dal recepimento delle quote di sicurezza individuale attraverso l’analisi idraulica puntuale delle aree inserite in fascia C del P.S.F.F., sarà possibile la realizzazione degli interventi indicati nella rispettiva classe di pericolosità.

[2] Per le porzioni di territorio interagenti con la dinamica fluviale del T. Belbo (Fascia C del P.S.F.F.), a seguito dell’approvazione da parte del Comune del Cronoprogramma costituito dalla presa d’atto dell’avvenuto collaudo delle opera di difesa realizzate e dal recepimento delle quote di sicurezza individuale attraverso l’analisi idraulica puntuale delle aree inserite in fascia C del P.S.F.F., sarà possibile la realizzazione degli interventi indicati nella rispettiva classe di pericolosità.