All’interno del
territorio comunale di Canelli sono state individuate le seguenti classi di
edificabilità, in base a quanto prescritto dalla circolare del Presidente delle
Giunta Regionale n. 7/LAP (8 maggio 1996). Tale classificazione è stata
riportata sulla Tavola G6 – Carta di Sintesi della pericolosità geomorfologica
dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica, scala 1:10.000 e sulle Tavole di
Progetto P1.1;P1.2, in scala 1:10.000 e sulle Tavole P2.1-P2.2-P2.3-P2.4, scala
1:5.000.
Classe II: porzioni di territorio, suddivise
nelle sottoclassi IIa), IIb) e IIc), i cui elementi di pericolosità
geomorfologica possono essere superati attraverso l’adozione ed il rispetto di
modesti accorgimenti tecnici esplicitati a livello di norme di attuazione ispirate al D.M. 11/03/1988 e D.M. 14/01/2008
e realizzabili a livello di progetto esecutivo esclusivamente nell’ambito del
singolo lotto edificatorio o nell’intorno significativo circostante.
Classe IIa) aree a
morfologia collinare, aree con forme di pendio irregolari, aree caratterizzate
da fenomeni di bassa intensità, aree interessate da fenomeni di dilavamento.
Classe IIb) aree di
pianura, aree caratterizzate da ristagni d’acqua, aree limitrofe a linee di
drenaggio minori, che presentano problemi di regimazione delle acque, ristagno
e terreni con scadenti parametri geomeccanici.
Classe IIc) aree pianeggianti (interne alla
fascia C del PAI per quanto riguarda il Torrente Belbo oppure in corrispondenza
di settori ex IIIb relativi ai Rii Trionzo, Rocchea, Bassano e Pozzuolo)
caratterizzate da terreni con mediocri parametri geotecnici. Tali settori sono
stati cautelativamente considerati a basso rischio da parte di acque a bassa
energia e di altezza di pochi centimetri, utilizzando sia il criterio
geomorfologico che il criterio idraulico (solo per il R.Trionzo) (Ema).
Classe IIIa) porzioni di territorio, nelle quali
gli elementi di pericolosità geomorfologica e di rischio, derivanti questi
ultimi dall’urbanizzazione dell’area, sono tali da impedirne l’utilizzo qualora
inedificate, richiedendo viceversa la previsione di interventi di riassetto
territoriale a tutela del patrimonio esistente.
Appartengono a tale classe le seguenti aree suddivise con
differenti campiture in base alla tematica (ma entrambe con la stessa
normativa):
- Aree
di collina che presentano condizioni geomorfologiche ed idrogeologiche
sfavorevoli;
- Aree
ad elevata acclività, aree boscate con equilibrio metastabile della coltre con
morfologia calanchiva.
Classe IIIa1) (Aree instabili frane attive)
Porzioni di territorio inedificate inidonee a nuovi insediamenti. Per le opere
infrastrutturali di interesse pubblico, non altrimenti localizzabili, vale
quanto indicato all’art. 31 della L.R. 56/77.
Classe IIIa2) (Aree instabili frane quiescenti)
Porzioni di territorio inedificate inidonee a nuovi insediamenti. Per le opere
infrastrutturali di interesse pubblico, non altrimenti localizzabili, vale
quanto indicato all’art. 31 della L.R. 56/77.
Classe IIIa3) Aree potenzialmente inondabili dal
T. Belbo, disciplinate dalle norme del P.S.F.F. al quale si demanda. Trattasi
di porzioni di territorio inedificate inidonee a nuovi insediamenti. Per le
opere infrastrutturali di interesse pubblico, non altrimenti localizzabili, vale
quanto indicato all’art. 38 del PAI.
Classe IIIa4) Aree potenzialmente inondabili dal
reticolato idrografico minore. Intensità del processo molto elevata. Porzioni
di territorio inedificate inidonee a nuovi insediamenti. Per le opere
infrastrutturali di interesse pubblico, non altrimenti localizzabili, vale
quanto indicato all’art. 31 della L.R. 56/77. Tali settori sono stati
ulteriormente suddivisi in:
a) aree potenzialmente inondabili dal
reticolato idrografico minore per la delimitazione delle quali è stato
utilizzato il solo criterio geomorfologico (intensità del processo Eea)
b) aree potenzialmente inondabili dal
reticolato idrografico minore per le delimitazione delle quali è stato
utilizzato uno studio idraulico (intensità del processo molto elevata ed elevata
Eea e Eba).
La norma relativa alla
classe IIIa4 vige per entrambe le classi.
Classe IIIb) porzioni di territorio edificate
nelle quali gli elementi di pericolosità geologica e di rischio sono tali da
imporre in ogni caso interventi di riassetto territoriale di carattere pubblico
a tutela del patrimonio esistente. In assenza di tali interventi di riassetto
saranno consentite solo trasformazioni che non aumentino il carico antropico
quali, a titolo d’esempio, interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione
straordinaria, risanamento conservativo, etc. Per le opere di interesse
pubblico, non altrimenti localizzabili, vale quanto indicato all’art. 31 della
L.R. 56/77. Tali aree sono state suddivise nelle seguenti sottoclassi:
Classe IIIb2) Aree in cui a seguito della
realizzazione delle opere sarà possibile la realizzazione di nuove
edificazioni, ampliamenti o completamenti (rischio medio-moderato) [1].
Classe IIIb3) Aree in cui a seguito della
realizzazione delle opere di riassetto sarà possibile solo un modesto
incremento del carico antropico. Da escludersi nuove unità abitative e
completamenti (Rischio elevato)[2].
Classe IIIb4) Aree in cui anche a seguito della
realizzazione di opere di sistemazione, indispensabili per la difesa
dell’esistente, non sarà possibile alcun incremento del carico antropico
(rischio molto elevato).
Corsi d’acqua a sedime
pubblico per i
quali vige il R.D. 523/1904 (fascia di 10 m). In carta sono stati riportati i
corsi d’acqua a regime pubblico per i quali vige il R.D. 1904; i corsi d‘acqua
risultano essere il Torrente Belbo, il Rio Trionzo ed il Rio Rocchea.
Corsi d’acqua a sedime
demaniale per i
quali vige il R.D. 523/1904 (fascia di 10 m). Il corso d’acqua demaniale è il
Rio Pozzuolo solo nel tratto urbano.
Corsi d’acqua a sedime
privato ai
quali è stata applicata una fascia di rispetto di 10 m paragonabile al R.D.
523/1904.
Trattasi di corsi
d’acqua perenni, a sedime privato, ai quali è stata attribuita una fascia di
rispetto di 10 m. In alcuni casi, in particolare per i rii Bassano, Pozzuolo e
Pelazzio tale fascia è in aggiunta a quella del criterio geomorfologico.
Orlo di scarpata In cartografia sono stati riportati
i principali orli di scarpata più rilevanti ed importanti.
[1]
Per le porzioni di territorio interagenti con
la dinamica fluviale del T. Belbo (Fascia C del P.S.F.F.), a seguito
dell’approvazione da parte del Comune del Cronoprogramma costituito dalla presa
d’atto dell’avvenuto collaudo delle opera di difesa realizzate e dal
recepimento delle quote di sicurezza individuale attraverso l’analisi idraulica
puntuale delle aree inserite in fascia C del P.S.F.F., sarà possibile la
realizzazione degli interventi indicati nella rispettiva classe di
pericolosità.
[2] Per le porzioni di territorio interagenti con la dinamica fluviale del T. Belbo (Fascia C del P.S.F.F.), a seguito dell’approvazione da parte del Comune del Cronoprogramma costituito dalla presa d’atto dell’avvenuto collaudo delle opera di difesa realizzate e dal recepimento delle quote di sicurezza individuale attraverso l’analisi idraulica puntuale delle aree inserite in fascia C del P.S.F.F., sarà possibile la realizzazione degli interventi indicati nella rispettiva classe di pericolosità.