ART. 17
ZONE A
Descrizione delle zone.
Le zone A rappresentano le aree di pregio storico-ambientale dei
nuclei storici di Feglino e di Orco.
La zona A1 è collocata nel nucleo centrale di Feglino,
la zona A2 è collocata nella parte alta dello stesso nucleo. Insieme
costituiscono l’ambito centrale dell’organismo territoriale elementare della
valle dell’Aquila delimitato a nord dal crinale dello spartiacque appenninico,
a est dal crinale secondario, perpendicolare a quello appenninico, che si
stacca dal monte Alto e termina sulla costa con la collina di san Bernardino, a
ovest dal crinale che dal Piano dei
Corsi scende verso la Rocca di Perti, a sud si chiude su Finalborgo dove
convergono i due sistemi vallivi del Porra e dell’Aquila.
Il nucleo storico di Feglino si trova in posizione baricentrica,
rispetto all’organismo descritto, nel punto in cui si incrociano due
percorsi storici.
Uno è la direttrice di valico che collega Finalborgo alla Colla
di San Giacomo verso le valil del Bormida e del Tanaro, l’altro, di importanza
locale, perpendicolare alle valli del sistema finalese, che collega i
principali centri dell’immediato entroterra quali Bardino Vecchio, Eze, Calice
Ligure, Carbuta, Cia, Feglino, Costa, Orco, Boragni, Portio, Tosse.
La direttrice di valico abbandona proprio in prossimità
dell’incrocio dei due percorsi il fondo valle per risalire al valico lungo un
crinale secondario.
I due percorsi, rilevanti per l’economia del luogo, hanno assunto
nel tempo il ruolo di matrici del tessuto edilizio.
Ad eccezione di pochissimi edifici a blocco isolato di recente
costruzione (anni 1960) tutto l’edificato delle due zone risale al XIX secolo
ed oltre, come si evince anche dalle carte storiche quali la Carta del Regno
Sardo del 1852 e le tavolette IGM del 1930.
Il processo evolutivo dell’insediamento è stato caratterizzato da
uno sviluppo lineare lungo il percorso di crinale e lungo un percorso
secondario di fondovalle, che collega l’abitato con le vaste aree boschive
dell’alta valle dell’Aquila, con una evidenza di intensificazione in
corrispondenza dei nodi infrastrutturali.
Attualmente l’unità insediativa ha conservato i caratteri tipologici
originari.
La zona A4, frazione Orco, e la
zona A3, parte della frazione Costa, sono collocate l’una sul crinale
dello spartiacque che divide l’organismo elementare della valle dell’Aquila
dall’organismo elementare della valle dello Sciusa, e l’altra su un crinale
secondario, che dipartendosi dal crinale precedente, proprio in prossimità
della frazione Orco, entra, pur mantenendosi in quota, dentro l’organismo
elementare della valle dell’Aquila.
La frazione Orco, già comune indipendente da Feglino fino al
1929, si è storicamente sviluppata lungo l’asse del percorso medioevale
Finalpia-valle dello Sciusa-Boragni-Orco-Colla di San Giacomo in corrispondenza
della confluenza con il percorso perpendicolare alle valli del Finalese Bardino
Vecchio-Tosse, precedentemente descritto.
Il processo evolutivo è stato caratterizzato da uno sviluppo
lineare lungo il percorso di crinale.
La parte della frazione Costa che ricade nella zona A3, l’altra parte ricade nella zona Ame3, si è
sviluppata lungo il percorso perpendicolare alle valli, dell’entroterra
Finalese, nel tratto compreso tra Feglino ed Orco, su un poggio dominante la
valle dell’Aquila . Anche in questo caso il processo evolutivo è stato
caratterizzato da uno sviluppo lineare lungo il percorso di crinale.
In tutte le quattro zone si riscontra la presenza di tipi edilizi
rurali a pseudoschiera e di tipi edilizi a blocco.
Entrambi i tipi sono caratterizzati dal rapporto diretto con il
percorso matrice e dalla occupazione pressoché completa del lotto edificabile.
Le case rurali, sia in zona piana che in pendio, sono un tipo
diffuso in tutti gli organismi della provincia e si presentano nelle zone in
questione, come in tutto il Finalese, con caratteristiche di maggiore
articolazione e complessità dovute alla aggregazione e giustapposizione di più
cellule elementari al corpo edilizio originario.
Le case a blocco presenti, rientrano nei seguenti tipi: a corpo
doppio, a blocco aggregato, in linea a blocco con corpo triplo.
I tipi edilizi rurali presentano generalmente dei piani terra
seminterrati, spesso voltati, con funzione di servizio (magazzini, stalle,
cantine) e due piani superiori ad uso abitativo. L’accesso alla parte
residenziale avviene mediante una scala esterna oppure direttamente dal terrazzamento
superiore a livello del primo piano abitativo. Il collegamento tra i due piani
residenziali avviene attraverso una scala interna che si sviluppa lungo la
parete perimetrale retrostante o lungo la parete divisoria interna.
I tipi a blocco con corpo doppio si possono considerare coevi o
successivi ai tipi rurali. Si configurano come elementi isolati monofamiliari o
plurifamiliari presenti indifferentemente in situazioni geomorfologiche
diverse, sia su versante acclive terrazzato sia nel fondovalle pianeggiante.
Se localizzati lungo un pendio gli elementi edilizi presentano
generalmente un piano terra seminterrato con funzioni di servizio (magazzini,
stalle, cantine) e due piani superiori ad uso abitativo. L’accesso alla parte
residenziale avviene direttamente dal terrazzamento superiore a livello del
primo piano abitativo.
Nel tipo collocato in zona pianeggiante l’accesso ai piani
superiori abitativi è posto, generalmente, al piano terra e il collegamento tra
i diversi livelli si effettua con una scala a doppia rampa posta nella cellula
centrale.
La continuità con i tipi rurali è garantita, oltre che dalla
divisione funzionale dell’organismo, dalla analogia dei caratteri costruttivi.
I tipi di case a blocco aggregate derivano dalla tipologia precedente
già presente sul territorio e rappresentano una variante del tipo isolato.
L’aggregazione, spesso, deve essere interpretata come risultato della
collocazione particolare di questi edifici lungo un percorso che in epoca
storica è stato matrice dell’edificato.
I tipi in linea a blocco con corpo triplo possono essere
considerati come elementi in linea isolati con un vano scala che serve due
appartamenti per piano. Sono di recente realizzazione, anni 1960, e si
configurano come condomini e rappresentano organismi in contrasto ambientale
nel tessuto in cui si trovano.
L'assetto di P.R.G. individua le seguenti zone classificate di
tipo A ai sensi del D.M. 1444/68:
A.1: Feglino nucleo centrale St mq 53.956
A.2: Feglino
alta St mq 13.688
A.3: Costa St mq 32.694
A.4: Orco St mq 13.688
Le
zone A1 e A2 sono comprese nell’organismo territoriale di PTCP n. 42 del
Finalese.
Per le zone il regime di
PTCP prevede:
- per l’assetto insediativo
la disciplina NI CO,
- per l’assetto
geomorfologico la disciplina MO B,
- per l’assetto
vegetazionale la disciplina COL ISS.
Le zone A3 e A4 sono
comprese nell’organismo territoriale di PTCP n. 41 del Finalese.
Per le zone il regime di
PTCP prevede:
- per l’assetto insediativo la
disciplina NI MA,
- per l’assetto
geomorfologico la disciplina MO B,
- per l’assetto
vegetazionale la disciplina COL ISS.
Destinazione
Residenziale,
attività culturali, ricreative, amministrative professionali, commerciali al
dettaglio, artigianale di servizio, servizio pubblico e di interesse pubblico,
destinazione turistico-ricettiva, agrituristica così come definita dall’art. 5, comma 2 della LR n. 33/1996,
intendendo che le attività accessorie dell’azienda agrituristica, quali stalle,
maneggi, ecc... siano ubicate al di fuori delle zone residenziali.
Interventi
consentiti.
a)
Recupero del patrimonio edilizio esistente con le modalità indicate nell’art.
13.
Gli eventuali
incrementi e le ricostruzioni dovranno integrarsi con i caratteri prevalenti
riconoscibili nei tipi presenti: rurali, a blocco con l’esclusione del tipo in
linea a blocco con corpo triplo in quanto estraneo al contesto e quindi non
riproponibile.
Gli eventuali
incrementi dovranno essere coerenti con i tratti comuni alle diverse tipologie
presenti in zona che sono essenzialmente il rispetto della morfologia
territoriale ed il contenuto dimensionamento volumetrico.
Si richiama per i
materiali e gli elementi architettonici quanto indicato nell’art. 9 delle
presenti norme e nell’allegato 2 alle N.d.A.
- Tipo d’intervento =
scheda di Unità d’intervento (Ui).
- Sl = esistente
aumentata con le modalità descrite al punto 13.2.2.
- N° massimo di piani
= compatibili con l’altezza (H) massima.
- H massima = + m 1,00 H edificio più vicino non in
contrasto.
- Df = aderenza o
m3,00
- Dc = aderenza o m
1.50
- Distanza da spazi
pubblici = in allineamento con l’esistente o minimo 3 metri.
- Sc = coincidente
per almeno il 50% alla Sc precedente.
b) Interventi di cui al
precedente art. 10 nei limiti dell’articolo stesso